14 Febbraio, una data senza dubbio evocativa. Amore, si…stavolta però parliamo di un amore particolare, quello per il football. Già, perchè in questa fausta data, ben trentacinque anni fa, nasceva la società Pirates, nel lontano 1984. A dire il vero il club ligure parla di trentaseiesimo anniversario, ricordando il giorno del primo allenamento del 1983. Il modo migliore per festeggiare una ricorrenza così significativa? È ovvio, un’interessante chiacchierata con l’uomo che da quest’anno prende in mano le redini (e le sorti) del club savonese, l’head coach Alfredo Giuso. Ringraziamo quindi la Fidaf – nella persona di Luca Correnti, cuore pulsante del reparto informatico della nostra Federazione – per la realizzazione di questa intervista. Let’s go:
Ciao Alfredo e grazie per aver accettato il mio invito.
«Ciao Luca, è un piacere..e grazie per il tempo e l’importanza che mi dedichi».
Allora.. la nuova stagione è praticamente ai nastri di partenza. Cominciamo innanzitutto da Savona, una nuova scommessa che ti vede protagonista. Come ti hanno accolto i Pirates, com’è il rapporto con i vertici della società e come hai rotto il ghiaccio coi ragazzi del tuo roster?
«Il Team Pirates in tutti i suoi settori mi ha accolto con grande entusiasmo e volontà di fare. Il rapporto con i vertici è ottimo, aperto e basato su reciproca fiducia e collaborazione. Il ghiaccio con i ragazzi l’ho rotto une sera di luglio sulla tribuna del Pirates Field, dove mi hanno ascoltato e fatto delle domande. Erano 21 e ora sono 39, io non sono Gesù Cristo e loro nè pane nè pesci, ma dovevano solo essere motivati. Da allora li incontro 2/3 volte alla settimana e la media non è mai scesa sotto le 30 presenze».
Questo genere di impegni, soprattutto in uno sport che in Italia non assicura di certo uno “stipendio”, comporta sempre un grande tasso di sacrificio. Non solo tuo in prima persona, ma anche di coloro i quali ti stanno vicino. La tua è una Famiglia che ti “supporta”..o che ti “sopporta”?
«Sono entrato in questo mondo nel 1985, ho conosciuto mia moglie Elena nel 1990 e abbiamo due figlie, Francesca di 26 anni e Beatrice di 22. Elena è un Add. Stats da ormai 29 anni, Francesca gioca nelle Pirates ed è diventata anche lei un Add. Stats, superando l’esame il mese scorso e Beatrice è l’unica non drogata di Football ma mi supporta e ovviamente sopporta, quindi posso solo ringraziarle e ritenermi un uomo molto fortunato».
Che tipo di approccio hai nel rapporto con i tuoi atleti, che tipo di coach sei? Rigido? Aperto? Esigente..insomma, qual è la tua filosofia, come allenatore e come uomo di sport?
«Con gli anni ho imparato ad essere un coach che ascolta, rendendomi avvicinabile perché la comunicazione è alla base di ogni rapporto. Loro sanno che sono molto esigente sull’ottimizzare i tempi per fare più ripetizioni, producendo così un lavoro di quantità mirato alla qualità di esecuzione e la filosofia è che per raggiungere l’eccellenza non basta il lavoro sul campo, ma una formamentis vincente che tutti i componenti devono avere e ti garantisco che è il lavoro più arduo ma che paga di più. Per vincere su campo, devi prima farlo nella tua mente».
Sarai a capo di un nutrito gruppo di ragazzi che avrà certamente delle ambizioni..Ma come stai cercando di trasmettere a loro le caratteristiche di un team vincente?..e quali sono i loro obiettivi reali di questa stagione?
«Sto cercando di far vivere il football ogni giorno e la piattaforma di Hudl mi aiuta molto perché li mette in condizione grazie alle note dei coaches di essere costantemente sollecitati nel ridurre al minimo la percentuale di errore di esecuzione. L’obiettivo è crescere come collettivo, sia a livello tecnico che a livello mentale, per preparare il passaggio in Seconda Divisione».
Chi sceglie di mettersi al timone, si fa sempre carico di tante responsabilità.. esistono delle cose – legate al tuo ruolo – che temi particolarmente più di altre?
«Temo le “acque calme”, perché abbassano la soglia di attenzione quindi spero vi sia sempre il mare grosso».
C’è già qualcuno – nel roster a tua disposizione – che abbia dimostrato delle caratteristiche da leader tali da poter trascinare in qualche modo anche i propri compagni?
«La figura del leader è una grande responsabilità ma in questa squadra ci sono gli uomini giusti per guidare il team in campo e fuori».
La tua grandissima esperienza in questo sport è un biglietto da visita molto importante, ma il cif9 – la terza serie del football italiano – nasconde molteplici insidie.. prima fra tutte l’enorme concorrenza (ben 42 squadre) oppure il fatto che a volte i giocatori di questa categoria hanno un approccio più amatoriale che professionale. Sei d’accordo? E…quali altri ostacoli possono funestare il cammino che hai intrapreso?
«Sono convinto che il Cif9 abbia una buona percentuale di players che lavorano in modo continuo ed intenso, esprimendo una buona qualità di football e sono altrettanto convinto che gli unici che possano funestare il cammino dei Pirates siano i Pirates stessi».
Lungi da me il voler “spoilerare” il tuo game-plan…ma..che tipo di gioco vedremo fare ai Pirates 2019? Puoi accennarmelo?
«Abbiamo un nutrito numero di giocatori in tutti i reparti offensivi e questo ci permette la possibilità di esprimere un gioco bilanciato. In difesa idem e io amo le difese aggressive ma attente».
Cif9 2019. Alfieri, Blitz, Razorbacks e Vikings gli avversari del vostro raggruppamento. Indubbiamente un girone alla vostra portata. Ne convieni? Che tipo di regular season ti aspetti?
«Il girone è di buon livello, considerando che Razorbacks e Vikings hanno giocatori di grande qualità tecnica, abituati a lottare per per arrivare al “grande ballo“, che di fatto, vede molti loro campioni in seconda divisione nel 2017 oltre che finalisti in altre edizioni del Cif9. Alfieri, squadra di grande orgoglio da non sottovalutare e Blitz motivati a riprendere un cammino vincente con molti giovani, quindi la Regular Season dei Pirates ci vedrà affrontare ogni partita come se fosse una Finale».
Playoff obiettivo minimo, mi sembra ovvio. Ma.. Hai avuto occasione di scoutare qualche squadra rivale? Chi vedi “messo bene” quest’anno in Campionato, qual è la tua personale pole-position?
«Ho guardato alcuni filmati della passata stagione, sui Ravens per rendermi conto del livello effettivo di chi ha raggiunto e vinto una finale e penso che si presenteranno come candidati ad arrivare nuovamente in fondo, poi vi sono i Predatori..e da non sottovalutare i Mad Bulls, team ostico e ben allenato».
Parliamo di un altro tuo importantissimo ruolo. Sei anche Head Coach della Nazionale Italiana femminile. L’interesse intorno a questo settore, quello del football giocato dalle donne, sembra in crescita..A che punto è lo sviluppo di questa disciplina nel nostro paese?
«Il pianeta donne è sempre “work in progress” sotto l’aspetto promozionale, ma il loro bagaglio tecnico è migliorato molto, offrendo diverse giocatrici di interesse nazionale che valuteremo molto presto in vista dei Campionati Europei che si svolgeranno in Inghilterra».
Per tornare “in casa vostra”, direi che le Pirates sono cresciute notevolmente. Che ne pensi?
«Ottimo Team, con notevoli potenzialità..e la cosa fondamentale è che sono sempre in crescita e di questo devo dare atto e lode al C.Staff, che è sempre disponibile e lavora sodo».
Dai, Alfredo.. a te l’ultima parola…tira fuori un argomento che ti sta a cuore per chiudere questa bella chiacchierata..
«Ho parlato fino ad ora del Team e dei ragazzi ma non ho menzionato chi fino ad oggi ha lavorato nell’ombra con grande serietà e spirito di sacrificio e cioè i miei Coaches che sono i fautori insieme a me del grande lavoro svolto fino ad oggi è che vorrei menzionare per Ruolo:
OC Alice Menaballi
DC-DB Coach Michele De Cunsolo
STC Domenico Abate
AHC-OLC Nico Amoroso
RB Coach Giovanni Casirati
WR Coach Simone Buetto
LB Coach Diego Valsecchi
DL Coach Roberto Menin
DL Coach Giampiero Cattaneo
senza di loro potrei fare ben poco».
Grazie Alfredo ed in bocca al lupo per questa stagione. Alla prossima.
«Grazie Luca e ovviamente…Go Pirates!»
Ufficio Stampa Pirates Savona