CAGLIARITANI IRRICONOSCIBILI, PADRONI DI CASA UTILITARISTICI
Gli sguardi persi nel vuoto, alla ricerca di spiegazioni logiche. I tifosi crociati non sanno cosa pensare davanti ad una sconfitta netta, mai messa in discussione: tutto il contrario di ciò che si attendeva dopo le lusinghiere performances esibite con i molto più quotati Pretoriani.
Dubbi e perplessità che ovviamente attanagliano anche i quadri dirigenti crociati, volati nella Capitale per assistere almeno ad un Gameday vibrante, ricco di situazioni frutto di un impegno portato all’ennesima potenza.
“Nulla di tutto questo” – ribatte il presidente Emanuele Garzia che mai come ora misura le parole, stando attento a non sembrare offensivo ma cercando di cogliere l’essenza della realtà. “Non ho certo visto la squadra che ha tenuto testa ai Pretoriani, ma il suo spettro – continua Garzia – perché secondo me non ha sfruttato a dovere gli allenamenti preparatori, molto spesso caratterizzati dalle assenze”.
C’è anche un altro aspetto che il rappresentante legale crociato vuole mettere in risalto: “La nostra società si è subito adeguata alle richieste della Federazione nel predisporre la messa in onda delle partite, uno strumento che aiuta il movimento a crescere; ovviamente chi doveva affrontarci l’ha guardata con grande interesse per coglierne i nostri pregi e difetti. Strumento importante che invece non è stato messo a disposizione dalla franchigia avversaria. Ma gli ideali per il bene del Football Italiano devono andare oltre e continueremo con la nostra mission nonostante alcuni si celino dietro queste convenienze”.
Alla prossima riunione con giocatori e allenatori Garzia parlerà schiettamente: “A Roma non c’era voglia di vincere, né unità, né coesione – conclude – e ho visto cose che non avrei voluto vedere, ma ne parlerò con i diretti interessati. Anche perché ci sono ancora speranze di passaggio del turno e dobbiamo pensare a vincere bene le restanti due gare”.
La prima parte della sfida si caratterizza da un sostanziale equilibrio, fino a quando i capitolini sbloccano il risultato grazie ad un field goal. È probabilmente un episodio che galvanizza la Legio XIII e allo stesso tempo turba i crociati che di lì a poco subiscono il primo dei tre touchdown locali. I restanti, infatti, arrivano dopo l’intervallo senza che la franchigia sarda dia dei segnali concreti di reazione. A rendere meno pesante il passivo ci pensa il runningback Mattia Billardello con una corsa.
L’HEAD COACH ALDO PALMAS PREDICA MAGGIORE UMILTA’
Anche i più “British” di questo mondo al suo posto perderebbero la pazienza. L’head coach Aldo Palmas, invece, mantiene l’eleganza nell’esposizione dei fatti ma è indubbio che chi lo conosce bene sa che sul campo della Scuola Calcio Francesco Totti le sue mandibole venivano appesantite dal fiele.
Partita persa..
Eravamo poco concentrati, troppo sicuri, immotivatamente, di vincere. Siamo scesi in campo con supponenza e quando dall’altra parte la Legio ha avuto il sentore di potercela fare, non siamo stati in grado di prendere le redini del gioco.
Un solo TD all’attivo
In attacco la linea ha fatto un passo in dietro rispetto alla partita contro i pretoriani: lenti e disordinati hanno subito l’avversario.
Non si salva proprio nessuno del reparto?
Buona prestazione di Mattia Billardello che ha segnato il TD della bandiera. Ottima anche quella del giovane ricevitore Siro Lauchlan: seppur poco servito, è già la seconda partita che non commette errori e fa il possibile per far guadagnare terreno alla squadra.
Qualcosa da dichiarare sulla difesa?
Abbiamo pagato il troppo nervosismo che come al solito ci ha portato a troppe iarde perse per penalità.
STEFANO MURGIA: “NON BUTTEREMO VIA IL PATRIMONIO UMANO E TECNICO ACCUMULATO IN QUESTI MESI
Avere come compagno di squadra un ormai veterano del calibro di Stefano Murgia deve essere piacevole. A parte che è sempre disponibile nell’elargire consigli pratici sulle buone prassi di un linebacker, ma anche quando si arrabbia sa essere costruttivo perché il bene del collettivo viene prima di ogni altra cosa. Anche nell’analisi di questa inaspettata sconfitta riesce a placare un animo che vorrebbe dire tutt’altro.
C’è qualcosa che sfugge ai più: rischiate di battere i Pretoriani che a loro volta battono la Legio XIII. Quali sono le reali forze in campo alla luce del risultato maturato a Roma?
In un girone abbastanza equilibrato la differenza tra vincere o perdere molto spesso è data da come una squadra si approccia alla partita. E poi incidono altri fattori tipo la giusta concentrazione e determinazione verso un solo risultato, sia durante gli allenamenti, sia durante la partita stessa. Questo è il bello dello sport. La Legio XIII ci ha creduto più di noi.
Come giudichi l’operato della difesa?
Quando prendi 22 punti vuol dire che non è andato bene.
Perché si perdono così tante iarde per penalità?
Abbandoniamo la concentrazione troppo spesso. A turno, ognuno di noi, regala qualcosa. E quando te la stai giocando, questi episodi ti fanno perdere le partite. Come la volta scorsa abbiamo regalato troppe iarde. C’è da migliorare tanto anche in questo.
Secondo te la situazione si può raddrizzare, potete sperare ancora nei play off?
Dobbiamo assolutamente vincere le partite di ritorno, poi vedremo che succede.
Non è finita qui, abbiamo fatto diverse cose belle quest’anno, sarebbe un peccato buttarle. Ci proveremo ancora, sino all’ultimo secondo.
MATTIA BILLARDELLO: “NON HA FUNZIONATO LA TESTA”
La sua è una corsa esemplare ma inutile ai fini del punteggio. Mattia Billardello, il ricevitore classe 2000, è ormai alla terza stagione con i rosso argento. Li conobbe su consigli di amici e compagni di scuola e all’istante si trovò bene con tutti. Compresi i diversamente giovani, elogiati per come sono particolarmente alla mano: “Con loro si scherza, si ride – chiosa Mattia – nonostante i momenti seri e gli allenamenti duri. Trovo che questa con il Football sia un’esperienza molto bella che altri dovrebbero fare”.
Racconta il touchdown
È andato in porto grazie agli sforzi di tutta la squadra che ha sviluppato una serie di azioni rivelatesi essenziali. Come il lancio del qb Max Mandas verso Siro Lauchlan che ci ha portato alle cinque iarde. Dopo il conseguente hand-off, i sei punti sulla mia corsa sono arrivati da sé, con i lavori essenziali della linea e dei vari blocchi.
Cosa non ha funzionato in attacco?
La testa sicuramente. E questo è accaduto fino al terzo quarto, momento in cui ci siamo dati una bella svegliata. Purtroppo siamo entrati in campo deconcentrati, con la voglia di vincere quasi inesistente.
Perché ha vinto la Legio XIII?
Per suoi meriti, perché sono stati veramente bravi. Ma anche noi abbiamo messo del nostro per agevolarli.
Cosa vi siete detti a fine gara?
Abbiamo tirato le somme, ci siamo rilassati e ora pensiamo subito alla prossima sfida.
Ufficio Stampa Crusaders Cagliari
Foto Battista Battino