Crusaders: La prima trasferta stagionale coincide col match più importante

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L'head coach Tim Tobin (Foto Battista Battino)

DAVANTI AL BIVIO PER RITORNARE IN AUGE

Di respirare aria ad altissima quota non succedeva ormai da tredici anni. Una sensazione ancor più ammaliante proprio perché quelle due finali consecutive del 2010 – 2011 (per non parlare dell’altro epico binomio 2004 – 2005), pur profumando di naftalina, vanno prontamente riesumate quando i Crusaders devono fare i conti con il loro passato glorioso. Ripercorso in modo favoloso nel docufilm NOI di Stefano Sernagiotto, balzato di nuovo agli onori della cronaca per un altro riconoscimento internazionale, stavolta al Morgana Film Festival che l’ha premiato come miglior documentario sportivo.

Magari riguardare alcune sequenze di quella favolosa produzione può elargire nuove scosse adrenaliniche ai componenti della franchigia campidanese che si accinge ad affrontare la sua prima trasferta stagionale. E per di più sul suolo calpestato con assoluta padronanza di mezzi da quei famigerati Rams che faranno il possibile per riacchiappare la vetta della classifica e vendicare la sconfitta del 17 marzo quando improvvisamente i Crusaders si sono resi conto di essere tornati ad essere ampiamente competitivi.

Il presidente dei Crusaders Emanuele Garzia (Foto Battista Battino)
Il presidente dei Crusaders Emanuele Garzia (Foto Battista Battino)

Prima di affollare la fusoliera che li porterà nel nord d’Italia i protagonisti tengono un profilo normale, confermato dal presidente Emanuele Garzia: “Alla vigilia di quella che sia io, sia l’intera squadra ritiene la più importante della stagione – dichiara – ci siamo imposti di dimenticare quel che di buono è stato fatto nei tre vittoriosi incontri precedenti e concentrarci al massimo sulla sfida di Segrate, mettendo insieme gli ingredienti predicati dal coaching staff come l’umiltà, la perseveranza, la decisione e la concentrazione. Il tutto condito con la consapevolezza che si può conseguire un risultato positivo e conservare la leadership del girone. I ragazzi lavorano indefessamente da due settimane per preparare al meglio questa partita e in me sta maturando la convinzione che daranno il meglio per conservare l’imbattibilità”.

LA TATTICA AVRA’ UN RUOLO PREMINENTE

Cosa staranno tramando i due head coach in vista della super sfida domenicale? Sia Tim Tobin, sia l’ex Giuseppe Fiorito lavorarono insieme per un breve periodo nella primavera 2016 quando i Crusaders cercavano identità precise in un campionato di seconda divisione che mostrava chiaramente un livello tecnico completamente diverso rispetto all’attuale, con nove giocatori.

L’allenatore originario della Florida come sempre si concentra sulle cose basilari del football: “Nelle ultime due settimane abbiamo lavorato sulle tecniche – dice Tobin – dal come affrontare i blocchi a tutte le sfumature che caratterizzano un placcaggio. Inoltre abbiamo cercato di mantenere i giocatori sicuri, motivati e in salute. Questa partita sarà un buon indicatore per capire se stiamo ancora migliorando. I Rams e i loro allenatori hanno fatto bene nelle ultime partite e so che vorranno fare bella figura a casa loro. Sarà una partita combattuta e ci preparerà per quelle future”.

Gli arieti di recente hanno espugnato il jungle field di Varese, dove i locali Gorillas continuano a crescere, ma solo a sprazzi hanno impegnato gli avversari andando addirittura per due volte in vantaggio, prima di subire l’inesorabile reazione dove si sono messi in luce il qb Stefano Bignotti e il ricevitore Federico Lopez.

Francesco Giuliano all'appello (Foto Battista Battino)
Francesco Giuliano all’appello (Foto Battista Battino)

PILLOLE DI SAPIENZA: FRANCESCO GIULIANO A RUOTA LIBERA

Trentuno campionati alle spalle, varie frequentazioni nel Blue Team. Avere in squadra il defensive lineman Francesco Giuliano è un lusso che il club del capoluogo sardo non dimentica mai, anche ora che il roster sta subendo un radicale e proficuo ringiovanimento.

Francesco, come stai attraversando questo periodo agonistico in cima alla classifica del girone?

Come sempre. Dando il 110 per cento in ogni partita. E sono felice perché i ragazzi se lo meritano e pure la società con tutti gli sforzi che fa tutte le volte.

Che ne pensi della condotta del tuo reparto fino a questo momento?

È formato da un insieme di ragazzi e uomini che scendono in campo come un branco di lupi pronti a dare tutti il loro meglio uniti per lo scopo. Si allenano duramente tutte le settimane e i risultati si vedono sempre più.

Se ti dico Rams tu cosa rispondi?

Bella squadra di giocatori uniti e compatti. Ma solo primo e vero test per arrivare a vincere il campionato 2024.

Come ti senti circondato da un bel po’ di giovanotti?

Mi sento il papà di alcuni e il fratello di altri. Cerco sempre di dare delle sfumature ad alcuni giocatori e dei consigli ad altri che scendono in campo per le prime volte. E soprattutto cerco di essere d’esempio su quello che un giocatore deve dare in campo: sempre il massimo e soprattutto sempre avanti, qualsiasi cosa succeda. I conti si fanno alla fine non prima del fischio dell’arbitro.

Che tipo di consigli ti chiedono?

Non mi chiedono nulla ma mi guardano e capiscono come e cosa fare. Sono più le volte che io dico a loro le cose e non il contrario. Devi essere un faro per loro poi ogni marinaio torna in porto come meglio crede.

Visto che il defensive coordinator Nicola Polese da sempre rifiuta di farsi intervistare, me lo provi a dipingere un po’ tu?

Nanni! Le prime parole che mi vengono in mente: un fratello per il nostro legame, un grande coach. Nei miei tanti anni di questo splendido sport ne ho visti veramente tanti ma lui è uno dei pochi che dà veramente tutto sé stesso per la sua difesa e quando scrivo tutto intendo tempo dentro e soprattutto fuori dal campo. Passa giornate a studiare e conoscere le squadre che andiamo ad affrontare. E cerca sempre il modo per migliorare la sua difesa; è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. E su di lui puoi sempre contare, lui c’è. Quello che vedi di coach Nanni è solo la punta di un iceberg che cerca di migliorarsi attraverso la solidità del suo reparto. Anzi, come direbbe lui, “del suo branco di lupi. Di Coach Nanni ne sentiremo ancora parlare negli anni a venire.

Dove si può arrivare in questa stagione?

Sicuramente arriveremo in alto, quanto non posso dirtelo però abbiamo molte più possibilità di fare bene quest’anno rispetto agli anni passati. Perché? Per il buon percorso fatto negli ultimi anni; stiamo crescendo di più ogni allenamento, grazie all’ immenso impegno preso dalla dirigenza e dal lavoro fatto da Tim negli ultimi tre anni. Quest’anno abbiamo tutte le carte per poter giocarcela con le più forti e i primi risultati lo confermano.

Andiamo sempre avanti, branco di lupi!

Jonathan Deiana (Foto Battista Battino)
Jonathan Deiana (Foto Battista Battino)

MATIA PISU È ANCHE TALENT SCOUT: LA STORIA DI JONATHAN DEIANA

Ce l’avete presente il caratteristico campetto di basket sormontato dai palazzoni di un quartiere metropolitano, che a tutte le ore viene preso d’assalto da centinaia di appassionati? Se non fosse stato per le ripetute partitelle quattro contro quattro, disputate in quell’area, il rookie Jonathan Deiana non avrebbe mai conosciuto Matia Pisu (che non dimenticando lo sport della sua giovinezza ama dare e ricevere sportellate sotto canestro) e quindi nemmeno la palla ovale.

Nella vita, ha avuto la fortuna di far coincidere la sua più grande passione, alla sua professione. “Con la stessa grinta che metto in campo – argomenta Jonathan – da circa dieci anni opero nel mercato immobiliare sardo. Da qualche anno, sono il broker titolare della mia agenzia immobiliare. Nel tempo libero adoro cucinare (e mangiare) e ascoltare tanta musica”.

Jonathan, cosa accadde precisamente in quel giorno di una caldissima estate?

Mi propose di partecipare ad un allenamento di football americano. Solo più tardi, a settembre, scoprirò di aver fatto la fortunosissima conoscenza di Matia Pisu, un pilastro dei Crusaders. A lui devo tantissimo, dall’avermi accolto in quella che si sarebbe rivelata essere una seconda famiglia, all’avermi fatto conoscere questo incredibile sport.

Peccato che la sua attività sia agli sgoccioli

Lo so. Per me è un onore trovarmi a giocare in linea alla sua sinistra, mi ha insegnato tantissimo e riesce ad infondermi calma e sicurezza. Da quel giorno di settembre, non ho più mancato un allenamento.

Hai deciso tu il ruolo da interpretare in campo, o sei stato assegnato?

Sicuramente l’essere arrivato tramite lo “sponsor” Matia Pisu ha contribuito ad assegnarmi al reparto offensivo. Per quanto riguarda il ruolo nello specifico, sono stato assegnato alla linea d’attacco principalmente per le mie caratteristiche fisiche.

Secondo te che tipo di preparazione e quali caratteristiche deve affinare un offensive lineman?

Tutto ciò che ho imparato sulla linea d’attacco, lo devo agli insegnamenti del coach Walter Serra. Poter contare sui consigli e sui “trucchi del mestiere” di un veterano del nostro ruolo, è per noi un grande arricchimento. Con la linea d’attacco lavoriamo costantemente su tutti i fondamentali, dai blocchi per le corse ai movimenti di pass protection, o agli esercizi di agility per migliorare la velocità e la coordinazione dei piedi, indispensabili per il nostro ruolo.

E non solo..

Da qualche mese, abbiamo avuto la fortuna di avere con noi in linea d’attacco, il coach Chris Faulkner, che mi ha aiutato fin da subito a migliorare la stance e ad avere una mentalità vincente in campo. Coach Chris organizza ogni venerdì una sfida tra la linea d’attacco e la linea di difesa, tenendo sempre viva la fiamma della competizione. Abbiamo la fortuna di poterci allenare ogni sera contro una difesa forte e ben organizzata, e questo ci permette di crescere costantemente.

È complicato mettere in pratica gli schemi di Tim Tobin?

Dedichiamo la prima parte dell’allenamento a quello che il coach Tobin chiama “perfect play”: simuliamo completamente tutta l’azione, partendo dalla huddle, allo schieramento, agli audibles, etc. Tutto deve essere eseguito alla perfezione, non ci fermiamo finché il coach non è soddisfatto. Per noi non è solo un lavoro di rifinitura: in quell’occasione, coach Tobin ferma spesso la simulazione e ci insegna sempre qualcosa di nuovo, e risponde alle nostre domande. È incredibile come riesca ad avere il consiglio giusto per ciascuno di noi, dall’attacco alla difesa, indipendentemente dal ruolo. È un grandissimo conoscitore del gioco, oltre che un vero leader.

E quelli di Aldo Palmas?

Lui è una persona preparatissima e con una grande passione per questo sport. Riesce sempre a spiegare gli schemi e a comunicare i concetti in maniera chiara ed efficace, e non l’ho mai visto perdere le staffe anche sotto pressione. È l’esempio di come si possa essere carismatici e autoritari, senza bisogno di alzare la voce. Lo stimo tanto per questo.

Fino a questo momento l’attacco sta andando benissimo,

Intanto ringrazio l’ufficio stampa a nome di tutta la linea d’attacco per aver dato credito anche alla nostra prestazione; ricopriamo un ruolo di grande sacrificio, quasi sempre lontano dai riflettori e dalle statistiche, ma il nostro contributo è fondamentale per far funzionare il meccanismo offensivo. L’attacco sta funzionando bene perché siamo un gruppo affiatato e affamato, ci alleniamo tutti duramente, e soprattutto perché ci affidiamo alle strategie vincenti del coach Aldo Palmas.

Secondo te i Rams che cosa escogiteranno per frenare la bravura vostra e del qb Michele Meloni?

Per quanto riguarda Michele, è probabilmente il giocatore che mi ha impressionato più di tutti, per me è un alieno, glielo dico sempre. Ha una visione e lettura del gioco pazzesca, un braccio precisissimo e due gambe super esplosive. La sua grande versatilità ci permette di poter contare sempre su diverse opzioni, a seconda delle situazioni di gioco. Sono sicuro che i Rams vogliano riscattarsi dalla sconfitta della partita di andata, avranno studiato i filmati delle nostre due precedenti gare, e preparato la partita al meglio.

Cosa si prova ad essere momentaneamente primi in classifica?

Siamo felici di questo risultato momentaneo, ma quello che davvero ci interessa è rimanere focalizzati sulle prossime partite. Come ci ricorda sempre il coach Tobin, ciò che conta non è la partenza, ma l’arrivo. Quindi siamo coscienti che il percorso da intraprendere è ancora lungo, e che dobbiamo ancora lavorare duramente.

Cosa ne pensi di tutti i compagni di squadra, ti trovi bene con loro?

In 14 anni di basket, non avevo mai visto né provato nulla del genere. L’aria che si respira è fantastica. Pensavo di trovare una squadra, ma ho trovato una famiglia. Siamo uniti dentro e fuori dal campo, ed il legame che ci stringe per me è una grandissima motivazione per dare sempre il 100% per questa maglia e per i miei fratelli.

Come finirà questo campionato?

Trattandosi della mia stagione da rookie, è difficile per me fare dei pronostici. Sicuramente l’accesso ai playoff come primi nel girone è il nostro prossimo obiettivo, ma non la destinazione finale. Per il momento abbiamo dimostrato alle altre squadre che la trasferta a Cagliari non è una passeggiata al mare, ma ora dobbiamo pensare a fare bene anche fuori casa. Ogni allenamento sarà sempre più cruciale, e ogni singola partita che disputeremo sarà la più importante della nostra stagione, a partire dalla sfida di domenica contro i Rams.

Vai con i ringraziamenti..

Vorrei ringraziare nuovamente Matia Pisu e tutti i miei compagni per avermi accolto calorosamente in questa grande famiglia, i Coach che mi hanno insegnato tantissimo e mi hanno dato la fiducia di farmi esordire come titolare, e al presidente Emanuele Garzia, che con il suo grande impegno quotidiano, rende tutto questo possibile.

Ufficio Stampa Crusaders Cagliari

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