UN GIORNO LONTANO, IN QUEL DI CROTONE…
Dopo tre trasferte consecutive si ritorna a Monte Claro, davanti al calore di un pubblico impaziente nell’ assistere con grande pathos al classico incontro “dentro o fuori”, che porterà i vincenti dritti, dritti alle semifinali di Conference Sud. Una sfida, quella contro gli Achei Crotone, che sollecita un tuffo nel passato, in quel marzo del 1992 dove i Crusaders, agli esordi, intraprendono la loro prima storica trasferta. E tra i fortunati neofiti c’era anche l’attuale presidente Emanuele Garzia: “Mi ricordo tutto come se fosse ieri – afferma – perché il viaggio verso la Calabria fu pesantissimo. Ne ho parlato di recente anche con Roberto Zedda, all’epoca qb della squadra, vittima di un infortunio proprio sul campo crotonese dove perdemmo per 36-3. Dopo aver attraversato il Tirreno dormimmo a Sorrento, questo per dare un’idea di quanto fosse lunga e interminabile la tabella di marcia. Non esagero se la definisco come una delle trasferte più massacranti della storia crociata. Quando arrivammo a destinazione sembrava che stessimo sognando talmente sembrava irraggiungibile la meta. Ricordo un campo con pochissima erba ed un clima molto caldo”. E a questo punto si aggiunge la breve testimonianza di Sergio Andrea Meloni, allora in versione cornerback prima di diventare un celebrato qb: “Siccome gli spogliatoi erano piccolissimi, ci siamo dovuti cambiare a bordo campo. Ritornai a casa con una spalla lussata a furia di placcare un corpulento full back “.
Sebbene siano passati oltre trent’anni la musica non è cambiata: “Anche gli Achei – riprende Garzia – per raggiungere Cagliari, si sono dovuti dividere in due gruppi: uno partirà da Lamezia Terme e l’altro da Bari. Lo sport è così, le gare fuori casa vanno affrontate con lo spirito giusto, ma per noi appassionati credo che sia il minimo”. Poi si scuote e torna alla realtà dove la posta in palio è molto più allettante rispetto a quella volta: “Ripeto sempre le stesse cose ma non posso fare altrimenti – conclude Garzia – dobbiamo tenere la testa sulle spalle, grande umiltà e convincerci di avere gli strumenti per fare bene; poi sarà il campo a dire chi sarà il più forte, ma NOI siamo fiduciosi”.
9FL -NINE FOOTBALL LEAGUE 2024 FIDAF
WILD CARD
CAGLIARI – Campo Sportivo Monte Claro – via Cadello – 01/06/2024 – Ore 12:00
CRUSADERS CAGLIARI vs ACHEI CROTONE
TIM TOBIN HA L’IMBARAZZO DELLA SCELTA CON UN ROSTER DI 47 PERSONE
La formazione ospite è stata una delle migliori terze ripescate per rientrare nella griglia delle quattro sfide che caratterizzano le wild card. Tre i successi conseguiti nella stagione regolare ottenuti contro i Briganti Napoli (20-0), gli Eagles Salerno in trasferta (31-30) e in casa (35 – 21). Netti invece i passivi subiti due volte dagli Elephants Catania (6-26; 7-47) e dagli Eagles United Palermo (28-7).
I Cru hanno sul groppone soltanto l’amara debacle di Segrate contro i Rams Milano (ospiteranno gli Honey Badgers di Formigine) che continuano a figurare tra le franchigie favorite nella Conference Nord e per la vittoria finale. Per il resto il team campidanese ha accumulato cinque belle vittorie conservando l’imbattibilità casalinga.
L’head coach Tim Tobin, intanto, esulta per avere a disposizione tutti i giocatori, compresi quelli reduci dagli infortuni e fa gli scongiuri affinché tutta la rosa rimanga in salute. “Sarà una partita divertente – afferma – che ci consentirà di capire se siamo migliorati. Io credo di sì. Sono molto soddisfatto dei ragazzi. Per tutta la stagione la maggior parte si sono allenati frequentemente. La tecnica sta migliorando sempre di più. Quanto agli Achei, ce li aspettiamo molto atletici e capaci di lanciare. Nel frattempo abbiamo focalizzato i nostri esercizi sulle zone e sui movimenti di pass rush. Offensivamente ci stiamo aprendo sempre di più, permettendo ai nostri atleti di divertirsi”.
PARLA IL REGISTA STEFANO SERNAGIOTTO, COLLEZIONISTA DI TITOLI PER CONTO DEI CRUSADERS
Nel rispolverare il primo epico trasferimento in Penisola dei neri-biancorossi- argentei non si poteva non citare il docufilm di Stefano Sernagiotto “NOI Crusaders” che in un’ora di girato contiene aneddoti di ogni risma. E sebbene concepito ormai tre anni fa continua a piacere in tutti i continenti. L’ultimo riconoscimento arriva dagli Stati uniti d’America e risale alla scorsa settimana; si tratta del “Best International Documentary” al New York Critics Choice Awards Festival. Giusto per far capire la qualità degli apprezzamenti che gli intenditori hanno tributato all’opera cinematografica ricordiamo anche i precedenti titoli vinti:
- Vincitore del 42° Paladino d’oro International Sport Film Festival come “Best Documentary Film” (Palermo 2022).
- Mention d’honneur” al FICTS Sport Movies & TV International Sport Film Festival (Milano 2022)
- Best documentary nella categoria film stranieri all’Ideal International film festival (Maharashtra, India 2023)
- Best Sport Documentary – Morgana International Film Festival (2024)
- Best Indipendent director – 8 & Halfilm Awards (Best independent film festival 2024)
- Best Director in a Documentary – Morgana International Film Festival (2024)
- Premio Honorary AWARDS Cultural Enhancement per l’impegno nell’accrescimento culturale con la realizzazione di documentari sulla Sardegna – Morgana International Film Festival (2024)
- Best Indipendent Documentary Special Edition in Cannes – 8 Halfilm Awards (2024)
- Selected agli Hollywood Best Indie Film Awards (maggio 2024)
- Outstanding achievement al Roshani International film festival (Aurangabad, India 2023).
- Finalista allo Stockholm Film Festival (Svezia 2023).
Doveroso ricordare che per la realizzazione del lungometraggio sono intervenuti diversi ex giocatori e attuali dirigenti. E poi un aiuto basilare è giunto da Battista Battino che oltre a curare la parte grafica ha rispolverato tutti gli archivi nell’attenta ricerca di notizie sugose ma anche drammatiche.
Il regista Stefano Sernagiotto si sottopone volentieri ad una nuova sfilza di domande.
Stefano, come te li sei immaginati, dai racconti che hai raccolto, questi Crusaders alle prime armi con il football?
Come una banda di marziani che si sono lanciati nella pratica di uno sport bellissimo. Io ho avuto modo di apprezzarlo durante la mia permanenza negli Stati uniti ma non avevo mai avuto modo di decantarlo in Italia.
C’è stato un racconto tra i tanti documentati, che ti ha fatto emozionare particolarmente?
Sicuramente quelli che hanno visto protagonisti i compagni di squadra di Michelone De Virgiliis e Massimiliano Antonino, prematuramente scomparsi. Ho imparato a conoscerli tramite le testimonianze e le emozioni venute fuori dal film.
Quale effetto ti fa apprendere che i Cru sono passati alla seconda fase del campionato, esprimendo pure un bel gioco?
Li seguo sui social e su YouTube. Sono molto orgoglioso delle loro prestazioni e quando so che devono giocare mi precipito a controllare il risultato, con la stessa foga di un super tifoso di calcio.
Il docufilm continua a mietere consensi
Inaspettatamente sono arrivati tanti premi internazionali e mai me lo sarei immaginato, nemmeno lontanamente. Il successo al Paladino d’Oro di Palermo, la rassegna più importante di cinema sportivo nel mondo, è stato quello più incredibile e da quel momento sono cambiate tante cose. Non era una kermesse di cinema indipendente, ma vi hanno preso parte produzioni serie, e grosse sotto tutti i punti di vista.
Perché viene apprezzato?
Alle giurie è piaciuta la storia della famiglia dei Crusaders, la chiave vincente del film sta proprio in questo. Da come sono nati, alla maniera in cui si sono evoluti. Da come non hanno mai mollato sebbene per quattro anni non hanno mai ottenuto una vittoria, fino alla conquista di due nine bowl. E poi ci sono le vicende brutte, legate alla scomparsa di diversi affiliati che non ho avuto modo di conoscere, ma si sente comunque la loro presenza anche perché in ogni partita vengono ricordati. Una cosa bellissima che io in altri sport non ho mai visto.
Il docufilm era stato proiettato pure a Carbonia quest’ultimo inverno, quali sono state le reazioni?
La platea era composta da sportivi e non. E di questa prima categoria erano prevalentemente calciofili, pallavolisti e baskettari. C’è stata molta curiosità e anche lì è stata una piacevole sorpresa.
Pensi che il football americano grazie a questo tuo lavoro si stia ritagliando spazi più ampi?
Penso di non avere ancora quel tipo di merito perché fino a questo momento NOI è stato proiettato al pubblico solo in tre occasioni e poi negli ambiti legati ai festival. Ma se il football americano cresce nell’isola il merito è del lavoro incessante che il presidente Emanuele Garzia e tutto il suo staff porta avanti da trentatré anni.
Il tuo rapporto con i Crusaders come sta continuando?
È come se fossero miei parenti. Sento costantemente cinque /sei ragazzi ancora in attività, più diversi ex, oltre che il presidente. Sono sempre una famiglia per me.
Nella tua attività di filmaker che altre produzioni hai in mente di fare, cosa bolle in pentola?
C’è si qualcosa. Ma per ora rimane solo in mente.
Ufficio Stampa Crusaders Cagliari