Sulle ali dell’entusiasmo. Dopo il sonante e ben costruito epilogo vincente ai danni della favorita Rams Milano, non sarà affatto semplice replicare, specie contro i Gorillas, franchigia doppiamente ferita, sia dai lombardi sia dai Blitz Cirié. Ma i Crusaders Cagliari pare abbiano imboccato una via che fa pensare, se non ad un altro successo, quanto meno a forti emozioni in campo, complici un attacco consistente che non si vedeva da tempo ed una difesa, fisicamente e tecnicamente mostratasi possente, forse ancora bisognosa di cure ricostituenti per diventare impeccabile.
Interventi che ovviamente sono stati accuratamente studiati nel corso delle ultime due settimane di lavoro con il coaching staff coordinato dallo statunitense Tim Tobin.
A vigilare sul nutrito gruppo di atleti che suda col sorriso c’è un presidente, Emanuele Garzia, che mai come quest’anno appare lucido e con i piedi ben piantati a terra. “Spero vivamente che i nostri atleti non prendano sottogamba la partita con i Gorillas – dice – perché come è stato ripetutamente detto ad ogni seduta di allenamento, l’attenzione deve conservarsi alta, la concentrazione massima”. Ma il collettivo potrebbe volare alto se anche dagli spalti piovessero incoraggiamenti senza soluzione di continuità: “Mi auguro con tutto il cuore – termina Garzia – che il pubblico sia numeroso e soprattutto voglioso di imbastire un tifo esemplare, capace di trascinare nella goal line i nostri giocatori”.
Gli ospiti avranno il vantaggio di avere alle spalle una gara in più rispetto agli avversari e ad inizio stagione il rodaggio conta molto. Per il resto è sufficiente pensare a cosa è venuto fuori nella gara d’esordio per capire che in campo bisognerà scendere con una mentalità ben calibrata.
L’head coach Tim Tobin si aspetta una bella partita: “I Gorillas li affrontammo anche lo scorso anno – dice – e ricordo che mi lasciarono una bella impressione, soprattutto per come aiutano i giovani ad integrarsi nel gruppo. Un metodo che secondo me dovrebbe essere applicato da tutte le squadre italiane. Ipotizzo una sfida molto atletica. Sabato presumo che la giornata sia calda, e ci aspettiamo un buon pubblico”. Quanto ai suoi beneamati Cru non può che parlarne bene: “Le ultime settimane di allenamento sono state buone – continua Tobin – e ci stiamo concentrando sui fondamentali come bloccare, placcare, correre verso la palla in difesa, correre forte con la palla in attacco, prendere la palla e infine lanciarla. Tutte le squadre che lo fanno miglioreranno sicuramente. Inoltre abbiamo organizzato delle sessioni straordinarie il sabato e la domenica per venire incontro alle esigenze personali di ciascun giocatore, che vuole perfezionare gli schemi; noi siamo ben lieti di intensificare gli insegnamenti. Li stiamo educando a reagire con fair play alle chiamate arbitrali, belle o brutte non fa differenza, l’importante è che non ci siano reazioni umorali spropositate”. Infine racconta quanto sia aumentato l’entusiasmo da parte dei tanti rookies: “Hanno avuto modo di entrare in campo contro i Rams e questo li ha galvanizzati nel desiderio di migliorarsi ancora.
RICCARDO MELIS, LA DIFESA HA TROVATO UN VALORE AGGIUNTO
Se nella prima gara ufficiale della tua vita ti fai notare con un intercetto, vuol dire che il futuro potrebbe riservarti belle sorprese. Riccardo Melis, defensive back, non dimenticherà mai quel momento che in pratica ha contrassegnato il capovolgimento di forze tra Cru e Rams dopo le nette sconfitte subite nella scorsa stagione. Il neofita cagliaritano ricorda quel gesto atletico: “Quando ho fatto l’intercetto stavamo marcando a zona, io sono andato nella mia e ho visto che il QB avversario stava lanciando dal mio lato; il lancio era troppo lungo e me la sono ritrovata praticamente in mano. È stata una grande emozione riuscire a esordire in questo modo”.
Riccardo, come ti sei ritrovato a masticare football americano?
Ho vari amici che lo praticano. Mi hanno sempre chiesto di venire almeno a provare. E poi seguo da tanti anni la NFL e lo sport in sé mi ha sempre attirato molto. Infatti, prima di intraprendere questa avventura, ho praticato basket per undici anni.
Una tua personale definizione di questa disciplina?
Il football secondo me rappresenta al meglio la definizione di sport di squadra. Ogni giocatore in campo lavora per raggiungere un obiettivo comune e credo sia stato questo ad avermi attirato così tanto allo sport.
Ti sei preparato a puntino durante l’inverno..
Credo che la cosa che mi abbia aiutato di più a migliorare e a raggiungere una buona forma sia stata la costanza negli allenamenti, oltre agli insegnamenti degli allenatori che mi hanno permesso sin da subito di entrare nell’ottica del gioco e capire al meglio le dinamiche.
Fammi un ritratto di Tim Tobin
Il coach è una persona estremamente professionale. Ama il football e si vede dalla passione che mette quando allena. Arrivando dagli Stati Uniti ha sicuramente un bagaglio di esperienza molto grande che ci aiuta molto a migliorare; siamo fortunati ad averlo come coach.
E di coach Nanni che mi dici?
Per me è un po’ il “papà” della difesa, oltre ad essere un grande coach. Si assicura sempre che tutti stiano bene sia dentro, sia fuori dal campo, ho una grande stima per lui.
Sensazioni subito dopo il successo con i Rams?
Ero orgoglioso della prestazione collettiva perché vedevo quanto i miei compagni ci tenessero ad arrivare a questo risultato, e soprattutto ero felice di aver contribuito anche io alla vittoria.
Sabato arrivano i Gorillas
Li reputo una buona squadra, forse non al livello dei Rams, ma assolutamente da non sottovalutare. Sono convinto che se mettessimo lo stesso impegno che abbiamo messo contro i milanesi, riusciremmo a battere anche loro.
Un parere sulla vita “sociale” fuori dal campo?
Credo di aver stretto un bel rapporto più o meno con tutti i giocatori della squadra, soprattutto con la difesa dove mi hanno accolto da subito con calore e mi hanno aiutato a crescere.
Dicci altre cose di te
Oltre al football, mi alleno in palestra regolarmente, anche se non so se possa essere considerato un hobby. Nella vita studio all’università; il mio proposito è di laurearmi entro due anni.
GIUSEPPE MARONGIU, IL COLLAUDATO TEAM MANAGER OTTIMIZZA LE SUE DOTI D’ASCOLTO
Il ruolo rimane quello di team manager, ma le cose della vita possono smussarlo e modellarlo in base alle esigenze. Giuseppe Marongiu non lascerà mai soli e indifesi i suoi ragazzi, ma ora si approccia a loro dando un appoggio particolare dove emergono le sue rinomate qualità di ascolto e disponibilità. Non più insomma una presenza uniforme e costante dovuta soprattutto ad impegni di lavoro che gli hanno mutato la routine quotidiana.
Giuseppe, come cambia il ruolo del team manager negli anni?
Con l’arrivo e la conferma di Tim Tobin e la dedizione di due coaches bravissimi e appassionati come Aldo Palmas e Nicola Polese, negli ultimi anni non dobbiamo più affannarci a costituire un coaching staff adeguato. Se poi consideri che di tutti gli altri aspetti organizzativi si occupano il presidente Garzia e l’altro vicepresidente Meloni di fatto il mio è diventato un ruolo di supporto.
Quali sono state le annate che ti hanno dato più soddisfazioni in questa veste?
Sono convinto che sarà questa: ho visto tantissime facce nuove al campo, atleti interessanti e motivati, insieme a giocatori esperti che stanno cominciando a mettere a frutto gli insegnamenti del programma di Tim, Aldo e Nanni.
La stagione 2024 è cominciata col botto, immagino che stia predicando di stare tutti con i piedi per terra, o no?
In realtà con i ragazzi parlano gli allenatori. E con la loro esperienza, non hanno certo bisogno che smorzi l’entusiasmo. Sanno bene che il campionato è appena iniziato, siamo partiti benissimo ma la strada è lunghissima e impegnativa. Mancano ancora molti allenamenti, fatica sudore e botte per ottenere i risultati sperati.
Cosa ha significato per te riuscire a battere i Rams?
Enorme soddisfazione, ovviamente, sono un’ottima squadra. Per noi la conferma che le scelte sullo staff e sul reclutamento nelle scuole sta portando i frutti sperati.
Che aria si sta respirando nello spogliatoio?
Grande entusiasmo, ma anche consapevolezza di quanto dicevo prima. L’ho percepito dal fatto che i ragazzi hanno festeggiato ma senza eccessi, continuando ad allenarsi senza cali di tensione o concentrazione. Al contrario hanno persino incrementato intensità e disponibilità.
Cosa ti aspetti da questi Gorillas usciti con le ossa rotte dopo i primi due incontri?
Mi aspetto che non si sottovaluti un avversario ben organizzato e ben allenato. Nel nostro campionato basta recuperare un infortunato o pescare un nuovo giocatore, soprattutto al nord dove ci sono tante squadre e atleti, per trasformare un team.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Aspettiamo il campo di Terramaini che è ormai quasi pronto, per accogliere degnamente il pubblico, i giovani atleti delle scuole e presentarci adeguatamente agli sponsor in modo da poter fare un ulteriore salto di qualità.
Ufficio Stampa Crusaders Cagliari