UNA CROCIATA A SENSO UNICO?
Non sarà facile dimenticare quel risultato “abominevole” scaturito dalla sfida impari di domenica scorsa. Specie se gli stessi “super eroi” chiamati Seamen disporranno in casa loro di una flotta oceanica. Con diverse assenze, i rosso argento partiranno nelle primissime ore del mattino di domenica occupando appena venti poltrone del velivolo; tre prenotate dai coach Efisio Melis, Stefano Murgia e Walter Serra. Applicheranno le segnalazioni dell’head coach Luca Giraldi che non farà parte della comitiva.
La settimana è scivolata serenamente con allenamenti molto produttivi. “Cercheremo di fare del nostro meglio limitando i danni – precisa il responsabile degli Special Team Efisio Melis – perché perdere ci sta, ma senza farsi sopraffare. Perciò chiedo un po’ di cattiveria agonistica”.
Under 19 / Week 7 / Girone D
MILANO – C.S. Pavesi– Via Delemene, 3 / 15/11/2015 – Ore 13,00
SEAMEN MILANO vs CRUSADERS CAGLIARI
“QUELLA DEI CRU È UNA GRANDE FAMIGLIA”. PAROLA DI GIANLUCA DEMURO
Se è stato strappato al cotonato universo della sfera di cuoio lo si deve al suo amico linebacker Gabriele Ruggeri. E mai si pentirà di questa scelta anche se la vecchia disciplina lo cattura ancora grazie alle partite estemporanee di calcio a sette con gli amici storici. Ma a Gianluca Demuro sono bastate alcune sedute di allenamento per capire che attorno ad un huddle affiorano delle coesioni mai conosciute prima: “Scoprendo questo sport ho capito che mi sarei divertito tanto – approfondisce Gianluca – soprattutto perché ho riscontrato una compattezza, uno stare bene insieme come se si appartenesse ad una grande famiglia, dove ci si aiuta fuori e dentro dal campo”. Studente presso il liceo linguistico cagliaritano Eleonora d’Arborea, Gianluca vanta una breve ma istruttiva esperienza con i caschi e shoulder austriaci: “In quei sei mesi trascorsi lì ho avuto modo di conoscere meglio questo sport, ricevendo conferme di quanto fosse bello”.
Siete reduci da quattro sconfitte consecutive..
Quando si perdono le partite con così ampi scarti, tendi a demoralizzarti. Però siamo tutti principianti, quindi siamo consapevoli che i risultati verranno con la costanza negli allenamenti.
L’head coach Luca Giraldi vi ha quasi imposto di continuare con la Senior nei prossimi mesi..
Sono d’accordo con lui. Senza un’esperienza invernale con la Senior è meglio cercarsi un altro sport. Se si desidera crescere di livello è un obbligo frequentare giocatori più navigati in tutti i sensi. Sono orientato a proseguire, anche se gli orari non sono molto d’aiuto per chi, come me, il giorno dopo deve andare a scuola.
Avete conosciuto tutte e tre le avversarie del girone, impressioni?
Metto al primo posto i Seamen che hanno un collettivo atleticamente al top e possono vantare un’organizzazione societaria impeccabile. Dopo di loro colloco i Rhinos che comunque sono una bella squadra. Quello degli Skorpions è un team molto valido che però non ha lo stesso livello delle due milanesi.
Forse quella varesina è la compagine con cui potreste fare qualcosa di più..
Con gli Skorpions dobbiamo dare il massimo. All’andata, pur avendo perso con un risultato inequivocabile, non c’era secondo me un ampio dislivello tecnico. I loro giocatori, presi singolarmente, non sono particolarmente forti. A differenza dei Seamen che in confronto a noi sono messi molto meglio sotto tutti gli aspetti.
Parlaci delle tue mansioni in attacco
Quello di wide o slot receiver è un ruolo che mi piace tanto. L’ho praticato anche lo scorso anno in Austria; opportunità che mi ha fatto crescere sicuramente.
E in difesa?
Il ruolo di LB ho cominciato a provarlo da pochissimo tempo sotto lo stretto controllo del defensive coordinator Stefano Murgia e mi sta piacendo tanto. Infatti prediligo le mansioni in cui c’è da correre tanto.
Dove potete arrivare?
Siamo principianti ma con la giusta determinazione e la voglia di allenarsi i buoni risultati si ottengono. Non dico aggiudicarsi un campionato, ma già vincere qualche partita è utile per tenere alto il morale.
I NOMI DEI CONVOCATI
Lorenzo Atzeni (LB), Riccardo Bonaldi (DL), Domenico Bressanello (WR-DB), Luca Camparini (WR), Tobia Collu (DL-LB), Alberto Costa (DB- LB), Federico Deidda (DB), Cristian Fadda (OL), Francesco Lampis (TE), Matteo Marceddu (QB), Nicola Mei (WR), Nilo Matteo Naitza (OL), Ivano Pili (DL), Gabriele Ruggeri (LB), Preet Saini (OL-DL), Stefano Spedicato (WR), Claudio Strippoli (OL- DL).
PARLA IL TEAM MANAGER NINNI MARONGIU: “COSÌ VORREMMO RIPORTARE IN AUGE IL MOVIMENTO CROCIATO”
”Per ora possiamo dire che la scommessa è vinta”. Se lo risalta Giuseppe ‘Ninni’ Marongiu che ha visto i Crusaders emanare i primi vagiti venticinque anni or sono, forse un grande pericolo è stato davvero scampato. Eh, si, perché quest’estate la nobile società cagliaritana stava rischiando di scomparire dal panorama agonistico nazionale. “Ho vissuto questa fase transitoria con apprensione – ricorda il commercialista di sangue ogliastrino – ma anche con entusiasmo. La società non attraversa un periodo finanziariamente florido, quindi abbiamo deciso, insieme con i giocatori più anziani, di farci carico di continuare questa avventura. Perseveriamo nel lavorare duro per garantire un futuro a questa società e ai ragazzi che vogliono giocare a football americano a Cagliari”.
Per te cosa significa essere un Crusaders della prima ora?
Che sono vecchio! A parte gli scherzi, significa essere portatore dei valori che hanno caratterizzato i Crusaders sin dalla fondazione: lealtà, serietà e rispetto per i compagni e gli avversari. Significa provare a trasmettere, non a parole, ma nei fatti, con l’esempio, questi valori ai nuovi compagni che entrano a fare parte della famiglia Crusaders. E significa anche avere un minimo di esperienza che mi aiuta a leggere e capire le situazioni.
Da quando giocavi tu è cambiato il modo di interpretare questa disciplina?
Radicalmente, allenatori e giocatori stranieri, americani in particolare, hanno elevato enormemente il livello di gioco e organizzativo. Le otto società di I divisione hanno strutture e budget vicini alle migliori realtà europee e tante società di II divisione lavorano per raggiungere quegli standard. Ai miei tempi, passati i fasti degli anni ottanta, il football attraversava una fase di ricostruzione, molto amatoriale. Ora anche la federazione, con l’ingresso a pieno titolo nel Coni, si è dotata di tutti gli organi e le strutture necessarie per garantire il massimo dei servizi e della professionalità, per uno sport dilettantistico, ovviamente. Siamo presenti quindi a pieno titolo nel panorama sportivo nazionale.
Come vorresti che diventasse la società dei Crusaders?
Non potremo mai essere una società professionistica, non vuol dire però che non possiamo aspirare a un modello quanto più professionale possibile. Per questo sono importanti gli ex giocatori e quelli più anziani, che hanno già intrapreso una propria carriera lavorativa e possono portare in società le esperienze, le soluzioni e la rete di rapporti che praticano quotidianamente nel proprio lavoro. Mi piacerebbe che tutti quelli che hanno giocato almeno una partita negli ultimi 25 anni dedicassero almeno una giornata all’anno ai Crusaders, anche solo venendo a vedere una partita, magari della junior. Mi piacerebbe poi, ed è un progetto sul quale sta già lavorando il consigliere Amedeo Toran, coinvolgere maggiormente le famiglie dei giocatori, anche per sfatare i timori di eccessiva violenza di questo sport, che invece è una grande famiglia con delle regole rigidissime proprio a tutela dell’incolumità degli atleti.
Come si concreta il tuo ruolo all’interno dei Crusaders?
Il mio è un doppio incarico, sono infatti vice presidente, e in questa veste semplicemente sostituisco il presidente Emanuele Garzia ogni volta che è necessario e lo affianco nelle decisioni che deve prendere. Come team manager sono responsabile degli aspetti organizzativi di tutta la parte sportiva dei Crusaders, prima squadra, giovanile e eventi spot. Inoltre tengo i rapporti con gli organi federali
Ci sono differenze nell’esplicare questo incarico nell’under 19 o nella Senior?
Non molte, anche se sono ovviamente diversi gli obiettivi. Per ora la junior non ha velleità di vittoria di un titolo o anche solo di partecipazione ai play offs; da loro, e dal coaching staff, ci aspettiamo solamente serietà, assiduità agli allenamenti e dedizione nell’apprendere i fondamentali. Dalla prima squadra invece pretendiamo anche qualità di gioco e risultati. Per entrambe, in ogni caso non sono solo, la junior ha un proprio responsabile, Efisio Melis, mentre per la senior posso contare su Sergio Andrea Meloni che si sobbarca gran parte del lavoro e delle rogne. Ma tutti i consiglieri e gli allenatori collaborano molto fattivamente e si suppliscono a vicenda.
Il settore giovanile è il serbatoio della Senior..che fare per preservarlo?
Più che preservarlo l’obiettivo è svilupparlo e ampliarlo; sarebbe molto bello poter schierare anche l’Under 16 o una squadra di flag di U14. Per ora ci accontentiamo di consolidare l’U19 attraverso il reclutamento nelle scuole, negli oratori e nelle diverse manifestazioni alle quali partecipiamo, tipo Turisport o simili. Ci servirebbe il traino di qualche partita sulle TV in chiaro, o qualche buon risultato della prima squadra che ci dia la visibilità che ci meritiamo e semini un po’ di entusiasmo nelle nuove leve e nei potenziali atleti.
Sei il collante tra il campo e le “scrivanie”. Hai avuto modo di sondare gli umori dei giocatori? Cosa chiedono, quali sono le loro richieste più comuni?
I giocatori sono tutti dei bravi ragazzi, non hanno mai pretese assurde o irrealizzabili; naturalmente piacerebbe anche a me potermi allenare e giocare in un campo nostro, dedicato al football e cambiare divisa e attrezzature ogni stagione, ma…
Loro chiedono solo di poter essere messi nelle condizioni di giocare serenamente dedicandosi al 100% allo sport, e noi ci impegniamo, per quanto possibile, e anche con la loro collaborazione, per realizzare questo obiettivo. Forse non siamo una società tradizionale, siamo quasi una cooperativa, dove tutti si danno da fare per l’obiettivo comune.
Che tipo di campionato ci dobbiamo attendere nella II divisione?
Difficile dirlo oggi, senza sapere in quale girone verremo inseriti. Ogni anno è un’incognita, ma l’obiettivo è sempre quello di giocare al meglio, farci rispettare e toglierci qualche soddisfazione. Tutto quello che verrà in più, lo accoglieremo con entusiasmo
Il tuo ricordo più bello legato alla tua lunga militanza nei Cru?
I ricordi più belli sono legati alle stagioni nelle quali ho allenato, sia le giovanili che la prima squadra, non solo per i risultati (la finale al Franchi di Firenze, persa; il titolo vinto l’anno successivo; le battaglie con i Barbari Roma, rivali storici ma anche esempio di società e squadra…) ma per le emozioni che un gruppo coeso e vincente sa trasmetterti. Ma ogni stagione ha la sua particolarità: la prima volta che ti metti il casco, la prima partita, il primo td…
Naturalmente, poi, molti ricordi sono legati a Michele De Virgiliis, fondatore e capitano dei Crusaders, che ci ha lasciati troppo presto.
Ufficio Stampa Crusaders Cagliari