Un titolo nazionale appena vinto con la formazione Under 16, due terzi posti consecutivi raggiunti con la formazione Under 13: quando si parla di giovani Giaguari non si può fare a meno di citare Davide Peiroleri, l’allenatore che ha accompagnato il settore giovanile dei Giaguari verso le cime più alte da raggiungere.
L’investimento fatto negli ultimi anni dalla dirigenza torinese sulla crescita dalla “base” della squadra, che ha portato ad avere più di 100 atleti tesserati tra le varie squadre juniores non avrebbe portato i meritati frutti senza una guida forte e appassionata, e in Davide il Presidente Cecchi ha trovato proprio questo.
Abbiamo incontrato Davide per fargli i doverosi complimenti per i traguardi raggiunti e per sapere qualcosa in più sul suo “stile” da allenatore.
Buongiorno Davide, e grazie per la disponibilità. Raccontaci in breve chi sei, la tua esperienza nel football giocato ed il tuo attuale ruolo nei Giaguari.
Davide: «Ciao Dario, mi chiamo Davide Peiroleri, ho 44 anni e sono un lavoratore in proprio, marito e padre di due figli (il più grande giocatore dei Giaguari u16). Mi sono avvicinato “tardi” al football, a 30 anni (precedentemente praticavo Judo), iniziando la mia carriera nei “gloriosi” Warriors Torino. Da giocatore ho girovagato in quasi tutte le realtà del Torinese (Giaguari, Blacks, Blitz) e di ognuna ho ottimi ricordi. Dal 2008 alleno, prettamente squadre juniores, e al momento ricopro la carica di Head Coach dei team Giaguari U13 e U16 tackle e dei team U15 e U17 flag».
Quella appena conclusasi è stata una stagione ricca di soddisfazioni per il nostro settore giovanile, culminata con la vittoria nel Campionato Under 16. Come la hai vissuta?
«Col massimo impegno, come sempre. Quest’anno tra U13 e U16 schieravamo una cinquantina di ragazzi, numeri da far invidia a molti roster di squadre senior qui in Italia. Mi è capitato, insieme al mio staff , di allenare anche 3-4 giorni alla settimana. Ci siamo siamo divertiti, tutti, e direi che ne e’ valsa la pena».
Il settore giovanile è molto importante per la crescita di una squadra, ed i Giaguari vi hanno investito parecchio negli ultimi anni. Quale credi che sia la caratteristica più importante per allenare dei ragazzi in così verde età?
«Accoglierli bene, fin da subito. Quando dei giovanissimi si approcciano a noi, scegliendo uno sport come il nostro, capisci che sono alla ricerca di qualcosa di diverso e che stanno provando a impiegare il proprio tempo in maniera alternativa a quello che la società o i media propongono. Cerchiamo di farli stare bene, imponendo pero’ delle regole ben definite e dandogli comunque uno scopo finale preciso, ovvero di essere dei vincenti, sul campo e magari anche fuori».
Tu sei head coach delle squadre Under 13 ed Under 16. Un po’ come nei college degli Stati Uniti, il “ricambio generazionale” è continuo e ogni anno le squadre cambiano parecchio per ovvi motivi di età degli atleti. Come affronti la difficoltà di dover lavorare con ragazzi continuamente differenti?
«Beh, questo e’ proprio il bello della sfida: ogni anno devi “ricostruire”, ricomporre ruoli, teams, playbook…ogni anno, ed e’ la cosa più bella, devi cercare in ragazzi che si e no han visto qualche partita in televisione i loro pregi, le loro caratteristiche….. il premio alla fine non e’ la vittoria fine a se stessa, ma l’aver consegnato alle categorie di eta’ superiore e a questo sport dei buoni o addirittura ottimi prospetti e una continuità per il team che possa durare molto a lungo».
A differenza della maggior parte degli sport di squadra, nel football il coaching staff è composto da più persone, e il ruolo dell’Head Coach è anche quello di coordinare il lavoro di tutti. Parlaci un po’ del tuo staff e di come sia collaborare con loro».
«Lavorare con loro?? E’ fantastico. Ho voluto ragazzi giovani, possibilmente giocatori provenienti dal senior team, perché spesso sono l’esempio a cui i nostri giovani si ispirano. Ci capiamo alla svelta, abbiamo in testa tutti il medesimo obiettivo e il medesimo modo per arrivarci. Il segreto di tutto ciò? Negli anni scorsi sono stato anche loro coach, eheheheh».
Anche se la stagione è appena finita, sappiamo che la programmazione nel football non si ferma mai, e si è sempre proiettati al futuro. Quanti ragazzi della Under 16 dovranno fare il salto in Under 19 e come vedi la squadra per il prossimo anno?
«Qui viene il bello…. Su 35 ragazzi a roster almeno 20 faranno il salto per limiti di eta’, per cui quest anno più che mai si dovrà ricostruire…. Una decina salgono dalla u13, quindi gia’ li conosciamo, e inoltre il recruiting continuo ci permetterà di rimanere numericamente al medesimo livello. L’importante sara’ mantenere lo spirito e la voglia di superarsi e di puntare in alto. Poi ovviamente e fortunatamente ci sono gli avversari che ti mettono alla prova, per cui vedremo…Che siano vittorie o salutari sconfitte l’importante e’ crescere nella giusta direzione».
Vincere un titolo può essere visto da alcuni come un punto di arrivo, da altri come un punto di partenza per avere nuovi stimoli. Tu, da Campione in carica, come ti senti e quali sono le tue ambizioni future?
«Le mie ambizioni sono quelle dei ragazzi. Il mio compito e’ fare in modo che le esprimano, farle mie e dare ai ragazzi stessi gli strumenti per realizzarle. A oggi son qui, in questo team che mi permette e mi da’ tutti gli strumenti per poter fare tutto ciò e a cui non posso che dire infinitamente grazie. Altro non chiedo, sono abbondantemente appagato».
Davide, grazie mille per la tua disponibilità. Rinnoviamo i complimenti per i risultati ottenuti e arrivederci a presto, sicuramente sulla sideline giallo nera..
«Grazie mille anche a te, colgo l’occasione per augurare a tutti noi Giaguari un altro anno di soddisfazioni e ovviamente… #STAIFAME !!!!!!».
Ufficio Stampa Giaguari Torino