di Pasquale “Pas” De Filippo
Sicuramente tutti conoscete quell’adagio che recita:
“tutti sono utili, nessuno è indispensabile”;
era la litania, molto in voga negli anni ’80, dei manager rampanti. Si disumanizzava il lavoro portando a pensare che, esattamente come i pezzi di ricambio di una macchina, qualsiasi persona potesse esser rimpiazzata senza arrecar danno al sistema. Questa teoria va sensibilmente mitigando, tuttavia, ancora oggi, conosco persone esser ritenute lavative e limitate in qualità di magazziniere (assunto in azienda e stipendiato) e poi esser virtuoso coordinatore dello staff di sideline (presso una società sportiva, gratuitamente). È la materia dei talenti: riconoscere le peculiarità di ciascuno e chiedergli collaborazione laddove meglio riesce ad esprimersi. Un’analisi da fare in collettivo tra dirigenti e staff operativo, scoprendo così che esistono posizioni ricoperte con tale eccellenza e cura da rendere il responsabile di ciò, non semplicemente indispensabile ma addirittura:
INSOSTITUIBILE
Il football di costoro ne conosce moltissimi e qui, nella redazione di terzadivisione.com, abbiam deciso di raccontarveli; un piccolo tributo a tutti quegli uomini e donne che poco si vedono nelle immagini di gioco ma che tanto danno; quelle persone dello staff, presenti un po’ in tutte le società, che se mancano si sente, perché vedi la sideline andare allo sbaraglio; l’individuo che tutti gli atleti cercano quando hanno un problema con l’attrezzatura, il tape, l’acqua, il ghiaccio o semplicemente necessitano di una pacca sul casco per sentirsi rincuorati. Gli insostituibili, appunto.
Oggi vi presentiamo di un insostituibile che ora è anche Campione d’Italia: parliamo di Natalino Grandini ma per tutto il football è…
NATALONE
Ce lo siamo fatti raccontare dai suoi amici Rhinos che non solo lo ritengono insostituibile ma gli vogliono davvero un gran bene. Natalone è l’omone che a casa Rhinos tutti conoscono. Hai un quadrato che deve diventare tondo? Natalone è l’uomo giusto! Sei bruno e vuoi diventare biondo? Natalone lo fa con uno sganascione! È Milanese de Milàn, originale, garantito e certificato che vive a Milano, anzi, se dobbiamo dirla tutta, vive direttamente al campo di allenamento, dove lo trovi sempre.
Fuori dalla sideline è in cerca di lavoro (fisso), ma nonostante questo non lo si trova mai con le mani in mano; le mani… quelle mani… quelle due mani che sembrano due tenaglie, instancabili mani di un instancabile lavoratore… avercene come lui!
Nasce nell’anno di grazia 1964 e c’è gente che giura di averlo visto partorito direttamente nelle dimensioni attuali “supersize”. È nel football da tutta una vita, dal tempo in cui le ruote erano quadrate: un amico lo portò ad allenarsi presso Phytons (una delle storiche squadre che negli anni ’80 hanno calcato i fangosi campi del milanese) e da allora non ne è più uscito. Oltre ai Pitoni ha frequentato anche altre brutte bestie quali Rane e Falchi nonché soggetti come Faraoni, Marinai, Lanceri, Martellatori…fino ad arrivare ai Rinoceronti.
Se non fosse per quell’amico ora sarebbe certamente un famoso campione di Golf (o di Petanque). Natalone, comunque, non è mai arrivato ai Rhinos, è come se fosse sempre stato qui, il rinoceronte lo aveva dentro e come nelle sculture di Michelangelo, necessitava solo di qualcuno che gliene donasse la forma.
Dovendo descrivere bene il carattere di Natalone bisognerebbe rubare una battuta alla cinematografia italiana:
“Sta mano po esse fero o po esse piuma…”
…ma noi che quella mano la conosciamo a fondo, diciamo che è semplicemente ORO… proprio come il suo cuore (certamente oversize anch’esso). Certo, lo senti borbottare e lamentarsi… ma è Natalone e va preso così, per intero: mani e cuore speciali racchiusi nel brontolio di una pentola di faseau!
Vittorio, dirigente Rhinos, dice che quando hai bisogno di un favore, non fai tempo a chiedere chi può farlo, che Natale lo ha già fatto, tanto che ormai è diventata la scusa per tutti: «…tanto c’è Natale!». Ad Andrea, anch’egli dirigente, torna in mente che una volta realizzò che, ogni allenamento, ogni partita, con il sole a 40° o con la neve in campo, Natale era sempre stato lì presente. Una figura costante e di grande aiuto, il fratellone maggiore che ti segue dovunque vai, in qualsiasi condizione. Altri lo ricordano giocatore, negli anni passati, in maniche corte, durante il periodo invernale, con il clima tendente al frescolino polare natalizio e prendere il secchio pieno d’acqua, ormai diventato ghiacciolo al gusto “Freddocane” e rovesciarselo completamente addosso! Così… giusto per rinfrescarsi un pochino! Beh, questo è Natalone, un omaccione dal cuore d’oro e le mani forti che quando è in sideline dona certezza e sicurezza, in qualsiasi condizione ci si trovi.
Oggi, con queste quattro righe, che certamente lui leggerà in compagnia di sua moglie Miriam, indossando la maglia dei Rhinos Campioni d’Italia, tutto il suo team vuole dirgli:
«Grazie, Natale»
PAS
Nella foto (dell’Ufficio Stampa Rhinos Milano): Natalino Grandini e sua moglie Miriam