Love &…

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“Tu ami il football. Solo che ancora non lo sai.”

– detto del Texas –

Nella mia vita da football lover, la cosa più difficile è stata – ed a volte lo è ancora – accettare che gli altri non amassero il football quanto lo amo io.

Sin da quando ero teenager, e di televisori in casa ce n’era uno solo e i videoregistratori erano quasi fantascienza, il non poter vedere l’unica partita settimanale mi faceva soffrire più di quanto una ragazza abbia mai fatto.

Come era possibile che gli altri non volessero vedere le gesta di quei favolosi atleti? Cosa c’era di meglio da guardare?

I miei impegni settimanali cominciarono ad adeguarsi alle trasmissioni della NFL su Canale 5. Compiti, amici, sport, tutto terminava o veniva ritardato in base agli orari delle trasmissioni. Persino durante il servizio militare riuscii a vedere un buon numero di partite. Fortuna vuole che partii 2 giorni dopo il Superbowl XIX e tornai 5 giorni prima del XX, ma se fosse servito mi sarei tenuto dei giorni di licenza per poter vedere tutto come si deve.

Quando iniziai a giocare seriamente (sono arrivato fino alla A2) avevo una vita sociale particolarmente attiva e dovetti letteralmente informare i miei amici che da lì in avanti gli avrei dedicato meno tempo del solito. Ovvero: post allenamenti del martedì e giovedì li raggiungevo all’Hollywood dove loro erano già dentro da un po’. Lunedì mercoledì e venerdì post palestra stesso discorso. Si intuisce facilmente che le mie relazioni con il gentil sesso erano pari a zero, ma questo non è mai stato un problema.

Col passare del tempo ho un po’ perso contatto con quegli amici, ma me ne sono fatti altri nel mondo del football. Amici che ancora oggi frequento.

Sicuramente esageravo io.

Nel corso degli anni, e soprattutto negli ultimi 20, tante decisioni inerenti la mia vita sono state condizionate dall’amore… per la palla ovale. Accetto ogni conseguenza di ciò e gli unici rimpianti che ho riguardano le partite perse.

E ancora fatico ad accettare che per chiunque si avvicini al football non sia uguale.

Oggi come allenatore sono un po’ maniacale, lo ammetto. Quindi mi piace programmare per bene non solo ogni aspetto del singolo allenamento, ma anche di settimane e mesi. Gli americani lo chiamano “To have an agenda“. Buffo, perché in vita mia non ho mai usato una vera agenda. Gli smartphone mi danno una grossa mano in questo. L’agenda elettronica la trovo comodissima: è sempre con me e non scade mai.

Quindi spesso mi chiedo – frustrato – ma perché non la usano tutti?

Perché devo ritrovarmi con gente che mi avvisa un ora prima del allenamento per dirmi che si è dimenticato di un impegno? Perché c’è sempre quello che quando ha messo giù i turni di lavoro non si ricordava che quella sera c’era allenamento?

É frustrante, é fastidioso, ma dobbiamo imparare ad accettarlo.

Se ci teniamo tanto che una persona venga agli allenamenti, ma quella persona non ci tiene nello stesso modo forse stiamo dedicando attenzioni alla persona sbagliata perché a quanto pare non gli interessa il football quanto interessa a noi.

Non dimentichiamoci che giocare a football é molto duro. Una cosa é allenare, un’altra é giocare. Se siamo dei buoni coach chiediamo molto ai giocatori, ma per loro é un hobby! Non vengono pagati, anzi, pagano! E per poter pagare, se non sono minorenni o milionari, devono lavorare e oggigiorno non è facile trovare un lavoro.

L’amore per il football é facile, ma quando hai meno di 30 anni vuoi anche l’amore di un altra persona e quello non è per niente facile. Bisogna dedicarci tempo, molto spesso la sera, che è quando ci si allena.

Se amate il football trovatevi una compagna che capisce questo amore e non ne è gelosa, né dello sport in sé né dei vostri compagni, con cui avrete SEMPRE un rapporto d’intimità tale che lei non potrà mai capire.

Essere una “player’s girl” é difficile, essere una “coach’s wife” lo è ancora di più. Ne ho conosciute di fantastiche. La serie TV culto “Friday Nights Light” ha dettato per i decenni a venire i parametri di come deve essere la moglie di un coach: paziente, comprensiva e sempre di sostegno per i pochi mesi che dura la stagione. Coach Taylor, il protagonista della serie, ha dettato i parametri di come deve essere un coach per tenersi una moglie così. Fedele e dedicato.

L’amore per il football é comunque fondamentale. Così come è fondamentale accettare i sentimenti degli altri e metterli nella giusta posizione. Non aspettiamoci troppo da chi salta 8 allenamenti su 10 con scuse di vario tipo solo perché ai nostri occhi é un elemento importante, magari si sente assillato e caricato di responsabilità che non vuole. Accettiamo che sia parte della squadra secondo il metro che preferisce, vedrete che sarà lui a tornare e dopo poco vi chiederà persino di fare allenamento extra.

A meno che non li paghiate, i ragazzi vengono ad allenarsi per amore del gioco. Coltivate questo amore senza assilli, minacce o paranoie. Fateli divertire con drills e tecniche nuove ogni volta, ce ne sono così tanti…

Fategli capire da subito che, anche se non ancora non lo sanno, loro amano il football.

Come voi.

Giorgio Sivocci

2 Commenti

  1. Well said.
    Coach Sivocci, poesia, bell’articolo. Io che ho seguito quella serie tv con enorme interesse per la capacità che ha di educare al football, si e ducare (pochi sanno sifnifica tirare fuori) non significa qualcosa che si fa con un martello e un’incudine come molti pensano (senza sapere cosa sia educare), tirare il meglio fuori dalle persone e anche da se stessi. Nella vita non si deve mai smettere di imparare e studiare e potrei scrivere qui infiniti commenti, concetti, emozioni che ho provato guardando i video di tantissime highlights rappate con le musiche al cui ritmo correvo e mi piace ancora fare, connettendomi “nello sguardo del qb” quando ricevevo i suoi palloni da Udine a Milano, sensazioni esperienze indimenticabili …

    Il football mi ha dato molto, nella vità ci sono tante cose molto belle e invito a non chiudersi su una cosa. Ma se c’è una cosa vera è che ancora quando vedo film e trovo quel padre che era il coach dei Panthers in Friday Night Lights, mi emoziono, quando viaggio porto la palla con me da tirare verso l’alto, quando penso a quello che ho fatto il primo anno a Udine penso di essere stato in Texas perché con quel programma che abbiamo fatto ci siamo uniti come una sola persona.
    Il football mi ha lasciato un segno vari segni indelebili e tanta passione che già avevo in me per le cose nuove ma mi ha ricordato che nella vità ci sono cose che vale proprio la pena vivere.

    Lei cita forse non a caso la leva e io rilancio scolpendoci questo invito a tutti che sicuramente, anche per come scrivo velocemente, come in flusso di coscienza, poco potranno capire di ciò che cerco di esprimere qui. Ecco sarebbe proprio il caso che i giovani italiani non dimenticassero lo Sport (e l’occasione che da il football) e si impegnassero in una full immersion al posto della leva. A me la full immersion di 1 anno ha cambiato la vita.
    C’è chi è riuscito a non abbandonarlo più il football come Lei.

    Comunque vada, chiunque siate vi piaccia il rap o il rock, pesanti o leggeri i piu veloci o mediamente lenti, sappiate bene l’americano o meno (certo questo può aiutarvi) siate stati o meno a contatto con la cultura americana, leggiate libri e siate o meno informati sul football o abbiate voglia di farlo (la storia del football è molto utile) provatelo, credetemi, provate questo sport e non ve ne pentirete.

    Non ha nulla di politico, anche perché non condivido la policy USA e cosa fanno in giro per il mondo, i black sistes, le false flag ops, gitmo, xtreme rendition, l addrestamento alla tortura e quant altro… però vi saluto con un…

    “Texas forever” (cit. FNL TVserie)

    Post scriptum:
    Il football come del resto lo sport almeno dagli agoni greci che univano i popoli le genti (almeno da quello che oggi sappiamo, ed è bellissimo credetemi) può avvicinarci a quella difficile modernista cultura americana (e che facciamo fatica a capire e se prendiamo il meglio e il football è il meglio della cultura americana ppssiamo essere, è vero coach, persone migliori) che poi tanto non si discosta da quella greca, latina dei romani, rispettivamente la geometria, la programmazione, …la creatività , l improvvisazione si sa prende vita (ci insegna il jazz stesso) comunque dall’eseguire secondo regole molto ferree (sebbene nascoste), così è il football.

    Così è l’allenamento dalle dita dei piedi ai muscoli del collo alle dita della mano.
    Lo stesso stephen ambrose dice in “Citizen Soldiers” quelle compagnie tra cui c era la famosa Easy Company, cantata in quella epica serie tv di guerra “Band of Brothers”, riferendosi ai giorni di falso allarme dei primi di giugno, ai soldati :” Erano allenati come giocatori di football”.
    Il football vi insegna tante cose ed è come vivere un altra volta. Perché con il football imparerete un’altra lingua e chi sa piu lingue non vive una sola volta.

    Fate questa leva facoltativa (dovrebbero prendere appunti i governi nazionali qui) fate una leva sportiva facoltativa in full immersion con il football.

    Certo vi darà piu o meno in base a chi siete, quanto amate, quanto siete disposti a dare, che esperienze avete avuto nella vita. Io dopo il football ho avuto esperienze anche con l’altro sesso e non solo di vita come altri sport o attività e il football non solo si è fatto leggere profondamente connettendosi con tante cose che avevo fatto prima (e anche rimanendone distaccato essendo esperienza unica e diversa) ma è anche stato chiave di lettura per ciò che ho fatto.

    Fatelo che voi abbiate 25 anni fino a 30 31 33 … (poi però ricordatevi di lasciare spazio ai giovani) ma fatela come esperienza. Se partite sotto i 18 tanto meglio.

    Provatelo. Non ve ne pentirete. La vita è meraviglia (dai miti greci, che descrivevano gli dei presenti nella Natura … e spiegavano fatti) il football è meraviglia (e in texas e non solo li vi dico è religione (guardate anche un censuratissimo documentario Fasting Football di una squadra completamente musulmana in USA…)… insomma che voi abbiate una cultura o meno il football è per tutti coloro che aprono il proprio cuore e sono capaci di andare oltre la propria mente … il football è lettura e studio.

    Il football è miracolo ,si, perché come ci ha spiegato (cosi bene!) coach Mariucci ad un camp a Milano, le persone in un huddle sono di diverse provenienze, le piu disparate, dal bibliotecario, al camionista, al cuoco, al militare, al violento, al musulmano, al laico .. ma tutte queste persone per realizzare quell azione play by play dove la legge è “next play!” Ogni volta che finisce un azione, devono agire all unisono devono capirsi e guardarsi dentro individualmente almeno e poi l un l altro… attraverso la fatica …

    Giocatelo il football e guardatelo allo stesso tempo, specialmente in NCAA e poi scegliete i vostri mentori (io avevo degli idoli troppo cool da ochocinco a terre owens a steveb jackson della citta dov erso stato DA Lou … a qualcun altro…

    Oggi con la rete potete assorbire una quantita di informaziome e capire una marea di cose!

    Applicatevi, amate e non ve ne pentirete, come dice il coach (e capirete quant’è bello allenare, vivere, praticare sport, stare insieme e da soli).

    Football è vita!

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