Ma le mamme?

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di Pasquale “Pas” De Filippo

«Papà, ma chi è che comanda tra te e la mamma?»

«Come chi comanda? Lei prende tutte le decisioni ma io ho il controllo assoluto del telecomando!». Così Woody Allen spiegava al figlio, nel 1995 in “La Dea dell’Amore” come sono organizzate le gerarchie in famiglia e ciò vale tanto in Italia quanto oltreoceano.

Quando in giovanile il coach accoglie un’atleta, non inserisce in team semplicemente il ragazzo ma anche la famiglia e soprattutto la mamma.

Siamo seri, l’ultima parola spetta a lei!

Il papà, nella maggior parte dei casi, quando il figlio o la figlia scelgono uno sport di tenacia e forza si comportano un po’ da guasconi parlando di aspetti quale l’onore, la gloria, il coraggio, la competizione; ma le mamme hanno i piedi per terra e l’analisi della scelta passa per un questionario già testato: “ma quando ci si allena? Dove? Quanto sarà utile? Ti farà bene? Quanto ci costerà?” Insomma se tutti i quesiti troveranno conforto allora (e solo ad allora) si potrà dare corso all’iscrizione.

In effetti tanti torti queste mamme non li hanno: saranno proprio queste donne a dover portare e riprendere la prole agli allenamenti; sorbirsi lunghe chiacchiere con le altre mamme nell’attesa della fine della sessione; ricordarsi le scadenze dei pagamenti e le visite da far fare, insomma seguire l’atleta.

L’attenzione del coach dunque deve essere rivolta anche a loro non facendo l’errore di considerarle semplicemente delle spettatrici perché spettatrici non sono e se non dovessero gradire l’andamento del cammino della stagione, la pressione che la madre eserciterebbe sull’atleta potrebbe avere effetti sul rendimento sportivo.

In materia di football è molto difficile far breccia nel cuore delle mamme, la nostra disciplina viene osservata con diffidenza per via di una distorta immagine prodotta in anni che riconduce a violenza, brutalità ed alto tasso di infortuni. Tuttavia, il bravo coach, capisce che deve essere assertivo nei confronti delle mamme, coinvolgerle nelle decisioni organizzative ed educative perché proprio in loro troverà poi il miglior alleato.

Cosa vuol dire “coinvolgere nelle decisioni”?

Quando per esigenze di organizzazione si decide di modificare orari di allenamento bisogna tener conto che oltre al coaching staff, è necessario confrontarsi anche con le mamme in quanto sono loro che organizzano le tabelle di marcia quotidiane per i figli anche in funzione degli allenamenti. L’organizzazione delle trasferte e delle partite in casa devono vedere la partecipazione delle mamme perché grazie a loro si potrà al meglio gestire il riempimento dei pullman, la suddivisione delle auto e l’accoglienza dei team avversari. Sempre le mamme poi si possono occupare di raccogliere quote di ogni famiglia per pullman, pizzate o piccoli acquisti societari. Insomma lasciate che le mamme facciano gruppo di lavoro, incaricatele nelle decisioni e scoprirete un team completamente autonomo che muoverà dritto al risultato.

Alleate del coach, questo sono le mamme: spesso la durezza del campo può avvilire alcuni ragazzi e proprio loro, nella tranquillità di casa, possono mitigare le parole dell’allenatore, ridanno coraggio e rammentano loro il percorso educativo svolto: «ricorda cosa ha detto il coach».

Poi diciamolo … ci possono essere fan più accanite?

Grida dagli spalti, striscioni autoprodotti, canti personalizzati al team o all’atleta, post sui social con le migliori immagini della partita … non si potrebbe trovare di meglio in materia di divulgazione.

Quindi non confiniamo questo tesoro al semplice ruolo di accompagnatore; le società si devono impegnare ad amalgamare le mamme nello staff della squadra creando anche iniziative specifiche di cui abbiamo alcuni illustri esempi già messi in campo in passato:

Società come Rhinos, G-Team e Daemons attuarono un’iniziativa chiamata “Facciamo un unico Coro” dove le mamme delle tre tifoserie organizzavano striscioni comuni e metodi di accoglienza condivisi;

T-Shirt specifiche per il ruolo di “mamma del Football Player”;

Corsi di ginnastica chiamati “Mamme-In-Forma” della durata degli allenamenti dei propri figli, nei quali le mamme eseguivano esercizi di stretching, seguiti da coach specifici;

Oltreoceano addirittura vengono organizzati “Mom Clinic” e “Mom Heads Up Clinic” dove le mamme si cimentano negli stessi esercizi dei figli, effettuando anche i placcaggi.

Insomma queste mamme sono indispensabili e saperci lavorare insieme può migliorare tutto l’andamento del team.

… e quando vi capiterà di sentire una mamma che strilla al figlio prima di iniziare gli allenamenti: «… e mi raccomando, non sudare!», cari coach, fate un sorriso e giratevi dall’altra parte, questo è l’unico scotto che vi tocca pagare in cambio di una grande alleanza.

PAS

Nella foto: Luna Francesca Stefanelli
Foto di: Stefano Schwetz

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