di Pasquale “Pas” De Filippo
Quel che accade sul Gridiron, durante le partite, riesce sempre e comunque a catturare lo sguardo dello spettatore anche meno esperto: caschi scintillanti, impatto tra le linee, il gesto atletico del lancio che fa volare la palla per poi andare esattamente tra le mani del ricevitore e magari: touchdown! con conseguente esplosione di gioia tra compagni e sugli spalti.
Spostando poi gli occhi dal centro campo ai bordi, ecco scoprire un brulicante mondo fatto di persone che sembrano trovarsi lì solo per caso, a farsi gli affari loro; mentre il gioco prosegue, infatti, costoro sono intenti in diversissime attività: un ragazzo corre con i cestini delle borracce verso i giocatori, un altro è intento a bendare una gamba, un altro ancora si sta affannando con cacciavite e pinza su di un casco al cui fianco sta un omone in divisa che fa intendere di aver fretta … stiamo parlando della Sideline.
La sideline è quella parte del campo dove il football non lo si gioca ma lo si costruisce.
Un luogo dove un altro team esegue compiti finalizzati al medesimo scopo dei giocatori sul campo: vincere la partita.
Sì perché tutta la brigata di bordo campo, rappresenta la colonna vertebrale della squadra assolvendo a tutte le attività necessarie al buon funzionamento del team. Figure a volte scontate e che in caso di assenza, fanno sentire la loro mancanza.
Troviamo i Waterboy che portano acqua e Sali minerali; il Mechaman che ripara prontamente attrezzature danneggiate; il Ballboy, tiene inumiditi i palloni per il suo QB e poi il fisioterapista, il sideline manager che coordina tutti, il ragazzo che armato di smartphone tiene aggiornati i social network ed il fotografo, il cameraman, il medico … tutte figure che esattamente come i giocatori, agiscono secondo un ruolo specifico, con professionalità e dedizione.
Ma soprattutto sono gli angeli custodi degli atleti: chi in passato è stato giocatore ha impresso il buon ricordo di quei visi, di cui magari non conosceva nemmeno il nome, al quale si affidava ad ogni uscita dal campo, in quanto costoro si facevan trovare sorridenti e pronti, sempre disponibili a dare la pacca sul paraspalle e la parola di conforto, prendendosene cura: fosse stato per una botta, un problema tecnico o solo un po’ d’acqua.
Qual è il profilo del sideline footballer? Persona spesso legata ad un giocatore: amico, genitore, fidanzata oppure compagno di squadra con infortunio o fermo per qualsiasi motivo. Avvicinarsi al football, dunque, non vuol dire necessariamente diventare giocatore bensì entrare in famiglia, assolvere ad un compito, essere parte di uno spirito di squadra che passa dal coach agli atleti pervadendo tutto lo staff operativo.
Il football è realmente un puzzle dove ogni tessera si trova esattamente lì perché quello è il posto che deve avere e l’integrità della struttura è data dalla precisa collocazione di ogni tassello, con tutto il suo bagaglio di esperienza e abilità; l’espressione più concreta del concetto dei talenti.
Il sideline footballer è trasparente agli occhi del pubblico, è umile nel suo ruolo, opera con meticolosità un compito preciso come parte del personale di una portaerei, vive la partita pur senza riuscire a seguirla attentamente, piangendo per la sconfitta o gioendo per la vittoria proprio come atleti e coach.
L’orgoglio di un membro della sideline sta nella sua visione del servizio che dà: non il mero gesto di aver portato l’acqua ad un giocatore bensì l’aver assistito la squadra che grazie al suo intervento è andata ad ottenere la vittoria.
Quando guardate una partita di football, dedicate uno sguardo ed un applauso anche a questo altro team nel team perché lo spettacolo a cui state assistendo è anche merito loro.
PAS
Foto Stefano Schwetz