Solo le saette

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di Pasquale “Pas” De Filippo

«Ma quando la temperatura esterna è -7° con vento o acqua, non avendo strutture coperte, cos’è consigliabile fare per non saltare la sessione d’allenamento?»

…questa la domanda del neo-coach al relatore del seminario formativo, “spiega gli esercizi negli spogliatoi così non devi tenerli fermi sul campo”. Basito, si risiede. Eh sì perché il giovane allenatore si aspettava un consiglio diverso: un argomento da trattare in una sessione teorica, ad esempio; invece, la proposta di far allenare comunque i ragazzi all’aperto nonostante la temperatura, lo colpì.

A football si gioca sempre! I ragazzi lo sanno bene.

Non esiste condizione climatica che non ne impedisca la pratica: la palla non deve rotolare ma volare o venir cullata tra le braccia dei giocatori dunque ci si allena e gioca sempre.

Certo sembra un dettaglio da poco ma proprio questa componente dà al football connotati che ne determinano le caratteristiche peculiari.

La formazione fisica: allenarsi in condizioni estreme aiuta lo sviluppo di particolari attitudini fisiche e soprattutto insegna a rimanere lucidi e concentrati al di là del clima; continuare a svolgere il compito con attenzione e solerzia anche quando tutto intorno sembra caotico ed irregolare.

Il rispetto per l’avversario: proprio perché le partite si possono svolgere in qualsiasi condizione climatica, anche gli allenamenti si tengono in tutte le situazioni. Questo fa sì che ogni sessione, oltre che essere già di per sé impegnativa, assuma connotati di fatica e stress fisico per via di pioggia, vento, freddo, ghiaccio oppure caldo torrido, insetti, forte luce e afa. Quindi a football ci si allena sempre e comunque e così come lo fa la mia squadra, lo fa anche la squadra avversaria con tutti i suoi giocatori, i suoi coach ed il suo staff. Tutto ciò fa sì che già soltanto per lo stesso sacrificio vissuto, l’avversario meriti il nostro rispetto, proprio perché come me, per giungere a questo incontro, ha passato le mie identiche fatiche. Partiamo da condizioni identiche e alla pari.

Le situazioni difficili, condivise, legano il team: le partite che maggiormente rimangono impresse sono proprio quelle sotto acqua e vento, nel fango e pozzanghere; con i compagni si condivide fatica e difficoltà, una sensazione di mutuo soccorso, di sostegno vicendevole, di collaborazione nonostante tutto. Situazioni, dunque che cementano i cuori e fan sì che ad ogni successo ed ogni sconfitta, il tuo compagno diventi tuo fratello.

L’alleanza tra gli operatori: i giocatori giocano ma tutt’intorno ci sono uomini e donne che condividono tutte le intemperie e avverse condizioni meteo trasformando la partita in una giornata di lavoro faticosa e sfiancante. Parliamo del personale di Sideline che continua a rendere la panchina agevole e si prende cura di protezioni ed atleti; dei ref che mantengono la normalità del gioco nonostante il campo cambi aspetto e forma mentre la tranquillità di giocatori e coach vada scemando; di fotografi e cameramen che inventando accrocchi di protezione per attrezzature portano comunque a casa immagini di alto livello. Tutti a lavoro nonostante tutto.

Il tema generazionale: oggi il football riesce anche a ritagliarsi spazi su campi di tutto rispetto: sintetici o erba vera e presente; in passato, purtroppo, i giocatori di football, salvo in rare occasioni, venivano confinati in veri e propri porcili, campi di terra che alle prime piogge diventavano sabbie mobili e “mangia articolazioni”. Questa disparità di situazione è un tema ricorrente nel dibattito generazionale del divario tra il “football di una volta” ed il “football odierno”; puristi della tradizionale fatica contro riformatori di una disciplina più ordinata e pulita. Proprio per una naturale evoluzione di questo sport si cerca di dare un protocollo ai campi tuttavia è il regolamento stesso che ci consegna la possibilità di giocare in tutte le condizioni pertanto la magia della partita estrema non svanirà e capiterà sempre, nella propria carriera sportiva, di giocare il match memorabile per meteo avverso.

A football dunque si gioca sempre: ditelo pure alle vostre mamme preoccupate per la vostra salute ed in ricerca costante di alibi per non farvi andare agli allenamenti… e quando obietteranno vedendo qualche fulmine, menzionando il coach che diceva: «con i temporali non si gioca» … contate fino a dieci quando vedete un lampo e se il tuono arriva dopo… «mamma, vado agli allenamenti!»

Pas

Foto di Chiara Casiraghi

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