The sound of silence: Giù le mani da Fabio

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Se la ricorda questa canzone di Simon & Garfunkel? Probabilmente si, data la sua età. Il tema di questo brano è l’incapacità dell’uomo di comunicare. Mi ha toccato parecchio. Non credo di possedere tutta questa influenza mediatica. Ho sempre lavorato a testa bassa, perché credo nel sacrificio silenzioso di chi conosce alla perfezione cosa è il rispetto. Io nutro nei confronti del mio amico Fabio un rispetto infinito. Ed è in nome di tale rispetto che io continuo e persevero nel mio lavoro incessante. Credo sia il miglior modo di rispondere a tutte quelle squallide figure che rappresentano un mondo pieno di ipocrisia, primi fra tutti i politici o gli pseudo-giornalisti, servi dei padroni, spesso soggetti ancor più ignobili dei loro burattinai.

Quello che Fabio ha fatto e fa per questo sport, il football americano, MERITA come minimo una presa di posizione, che non vuole essere una difesa a spada tratta, come un familiare che ha sbagliato qualcosa ma per il quale si morirebbe in nome del sangue comune che scorre nelle proprie vene, ma una semplice ed accorata NOTA con la quale desidero mettere a conoscenza di chi non lo sapesse che Fabio è un lavoratore instancabile, un uomo competente e serio, un marito esemplare, un padre infinitamente affettuoso, una persona unica. Una persona che ha dato, e che darà ancora al nostro Sport, tantissimo. Una persona geniale, capace e sincera, caratteristica assai rara quest’ultima.

Chi fa parte del mondo del football, uno sport pieno zeppo di valori infinitamente sani, può e deve indignarsi di fronte a tanta ignoranza, specchio della cultura italiana, specchio di una debolezza e di un malcostume che tende sempre a condannare senza conoscere e ad uniformarsi alla conditio di PECORA, perché non ha coraggio, mordente e capacità (anche nel proprio piccolo) di saper contribuire a rendere il mondo migliore, per sé e per gli altri.

Io sono un coglione qualunque, io non sono nessuno, caro Angelino, ma mi sbatto OGNI giorno per questo sport, per 8.000 tesserati che neanche conosco ma che amo singolarmente ad uno ad uno, e per ognuno dei quali faccio le ore piccole la notte, solo per ispirare dentro ciascuno di loro la SPERANZA che i valori di questo sport possano dare, ai ragazzi che lo praticano e a tutti gli appassionati che lo seguono, una crescita VERA, una crescita interiore, come atleti e come persone, umili e rispettose, coraggiose e libere.

Io non sto dalla parte di Fabio perché è un mio fraterno amico, io sto dalla sua parte perché è un uomo vero, un uomo che lavora, un uomo che ha dei valori, un uomo che è UMANO e che come tale può sbagliare e chiedere scusa, un UOMO LIBERO, che ha solo la sfortuna di vivere in un paese con mille contraddizioni, arretrato, incivile, corrotto e in cui tutto funziona al contrario: chi FA non viene premiato e valorizzato..e chi NON SA FARE apre solo bocca dandogli fiato.

Io credo nella libertà ed esprimo la mia libertà rispettando le posizioni ed i pensieri altrui, anche quando contrastano coi miei. Da lei al Presidente del consiglio, da Fabio alla Fidaf, dai Marines al questore di Ortigia. Mi fanno schifo i fannulloni, i chiacchieroni ed i falsi. E nel paese in cui vivo essi rappresentano la maggioranza delle persone che CREDONO di possedere enormi ricchezze interiori e spropositate virtù.

La prego di perdonare il mio sfogo. Ma se da una parte tutto questo rumore ha sollevato un polverone inimmaginabile, dall’altra c’è un silenzio assordante, un silenzio che non condivido, un silenzio che è lo specchio di tutta una vicenda sta cercando di corrodermi il fegato ed il cuore. Ma NON ci riuscirà. Perché io sono un UOMO LIBERO, come mio FRATELLO Fabio.

Non posso averne la certezza, perché non possiedo la sfera di cristallo..ma in cuor mio sono sicuro che chi AMA davvero il football americano può testimoniare, come me, che persona è Fabio e cosa ha fatto per la crescita e lo sviluppo di questo sport. E le posso assicurare che questo pensiero lo condivideranno non solo gli sportivi che praticano questa disciplina, ma anche le persone vere, portatori di princìpi sani e che soprattuto credono nella libertà d’espressione. Io non sto in silenzio, io sono riconoscente e mostro la mia riconoscenza.

Mi chiamo Luca Correnti, signor Ministro. Io la faccia ce la metto, mi firmo, non mi nascondo. Se vuole può licenziare anche me. Peccato che ho perso il lavoro ad Ottobre, che sopravvivo con i quattro spiccioli delle prestazioni occasionali e che ho il sussidio dell’INPS bloccato non so per quale cavillo burocratico (evviva l’Italia), ma certamente quei settecento euro di disoccupazione per qualche mese mi avrebbero fatto comodo, visto che non viaggio gratis sui mezzi di trasporto, che non prendo ventimila euro per scaldare una sedia quattro giorni a settimana e che non ho l’occasione di prendere a calci un uomo che ha sbagliato e che ha chiesto scusa solo perché la mia immagine patinata mi occorre per le prossime elezioni.

Un uomo libero.

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