Wolverines: A Piacenza si parla tedesco

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Quando circa due mesi or sono, sulla pagina Facebook dei Wolverines Piacenza, è comparso il messaggio:

“Ciao sono Niko Bang, quando vi allenate?”

si pensava ad uno scherzo.

Cosa ci faceva a Piacenza il linebacker del Blue Team e dei finalisti del SuperBowl 2016 – vice campioni di Germania – dei Schwabish Hall Unicorns, e soprattutto per quale oscuro motivo voleva allenarsi con un team di terza divisione quale quello biancorossonero?

Mistero subito chiarito: Niko sta lavorando temporaneamente in Italia, presso il liceo Gioia di Piacenza, come assistente di lingua straniera, cogliendo l’opportunità di avere una esperienza lavorativa differente. E’ venuto a conoscenza da allievi del liceo che in città esiste una squadra di football e ha deciso di conoscere la realtà al di fuori del Blue Team: con la Nazionale ha aggiunto al suo personale palmares la partecipazione e la vittoria all European Championship Tournement nel settembre 2016 a Lignano.

Calarsi in una realtà come quella più che dilettantesca dei Wolverines Piacenza poteva essere senza dubbio cosa non facile per chi come Niko proviene da una nazione che conta 8 divisioni: ha iniziato a giocare a 17 anni, subito come senior in quanto nel team di quinta divisione dove ha iniziato mancava la formazione degli Under. Niko si è invece avvicinato ai Wolverines senza aria di superiorità, come avrebbe potuto fare vista l’esperienza pregressa, ma anzi inserendosi immediatamente nell’ambiente e mettendosi a completa disposizione del coaching staff.

Alla cena degli Auguri di Natale gli abbiamo posto qualche domanda alle quali Niko ha risposto dando la sua personale visione del football in Italia e in Europa:

«In Europa, tranne pochissime realtà, non abbiamo il know–how come in USA, per lo sviluppo della tecnica: è necessario sopperire ed integrare questa mancanza sviluppando moltissimo la parte atletica: dove non può arrivare la tecnica arriva la preparazione fisica».

«Anche in Germania, nelle serie minori, c’è il problema della assenza per vari motivi degli atleti agli allenamenti: ciò nonostante non bisogna mai perdere lo stimolo ad allenarsi con continuità. Il football è sport di squadra per eccellenza, ma l’atleta può e deve migliorarsi sia con il team, sia attraverso sedute di training atletici in palestra, poi guardando tape e studiando il playbook, ogni giorno in modo autonomo. Abbiamo davanti agli occhi quanto ha saputo fare Moritz Boehringer, che senza percorrere la strada dei college e delle università americane, è passato dal mio team degli Unicorns alla Nfl. Io in stagione mi alleno due volte alla settimana con il team, poi 4 sedute alla settimana in palestra, due ore a settimana scouting con tape per visionare i prossimi avversari, e commentare con i coach l’ultimo allenamento settimanale che viene filmato».

Sicuramente siamo in presenza di una realtà caratterizzata da una struttura Pro, nulla a che vedere con la società piacentina, che pur avendo a disposizione un congruo numero di esperti coach e aiuto coach non può nemmeno pensare di competere con l’organizzazione tedesca: Niko ha comunque avuto parole di grande elogio per la formazione piacentina.

«C’è una grande voglia di imparare il gioco, di migliorarsi, sia da parte dei giocatori con più esperienza che dei rookies».

Quest’anno i Wolverines avranno una decina di nuovi giocatori che avranno il loro battesimo di gioco nel corso del prossimo campionato di terza divisione.

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«I Wolverines mi hanno accolto a braccia aperte, l’ambiente è molto familiare, sono veramente molto contento di poter trasmettere qualcosa dando aiuto ai coach durante gli allenamenti. Mi dispiace solamente che il team giochi nella terza divisione dove si gioca a 9 giocatori, in Germania anche nella divisione più bassa il football è giocato a 11. Questo è quanto mi auguro: che tutte le division possano essere disputate a 11 giocatori, come è naturale che sia».

Niko ha avuto rinnovato il contratto con gli Unicorns, per cui tornerà in Germania a fine marzo per disputare il campionato: ha comunque confessato che gli piacerebbe provare la realtà del campionato italiano, per provare la differenza tra IFL e GFL. Per ora i Wolverines, tra le ombre delle nebbie padane, si godono i consigli di Niko ed del coaching staff in attesa di applicarli in campionato. Ai nastri di partenza quest’anno si presenterà una squadra con una età media molto bassa, con tanti innesti di rookies, che la dirigenza e i coach puntano a far diventare la struttura portante futura del team.

Ufficio Stampa Wolverines Piacenza

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